16 Aprile 2015 12:00

Lanterne Magiche: Cristina Làstrego (senza tacer di Testa!)

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“Tutto può accadere, tutto è possibile e verosimile. Il tempo e lo spazio non esistono, l’immaginazione fila e tesse nuovi disegni… »

Questa citazione, tratta dal film ‘Fanny e Alexander’ di Ingmar Bergman, mi ha fatto sempre pensare alla Giovanna e al drago Tommasone che, col cane Ciccio, volano sotto la coperta magica (una delle scene che più mi sono rimaste impresse da bambino, mentre leggevo il vecchio CdP seduto nello sgabuzzino di casa) e, ricollegandomi all’incipit delle note autobiografiche in cui Cristina Làstrego racconta di essere “nata nella fornace del nonno” – come una sorta di ‘golem’ che in seguito avrebbe regalato la vita ad altre creature in attesa di un demiurgo in grado di risvegliarle –  inauguro oggi una nuova rubrica che ci accompagnerà, più o meno regolarmente, fino alla prossima edizione del Festival del Cinema di Animazione di Annecy, quest’anno interamente dedicato alle artiste che hanno reso grande quest’arte e a tutte le professioniste che con il loro indefesso lavoro ‘dietro le quinte’ hanno permesso alle prime ( e a tanti altri) di esprimersi al meglio.

Di alcune parleremo in appositi post dedicati, con altre avremo la fortuna di poter anche scambiare quesiti e riflessioni sulla loro carriera e la loro concezione di quest’arte meravigliosa e inquietante che, secondo la definizione di Hayao Miyazaki, “è il reame dei sogni e della follia”.

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A inaugurare questo spazio, che ho deciso di chiamare “Lanterne Magiche”, sarà proprio Cristina Làstrego, illustratrice, animatrice, pittrice, architetto e molto altro ancora, cuore artistico dell’inossidabile sodalizio Lastrego & Testa, composto da lei e dall’inseparabile marito Francesco Testa: un connubio che ha saputo rinnovare nel tempo i propri linguaggi espressivi, dai libri ai CD-ROM fino all’animazione e alle apps interattive, senza mai perdere quell’anima sincera e vitale che da ormai quarant’anni accompagna i sogni dei bambini e anche di noi adulti ancora affamati di belle storie. Risulta pressocché impossibile separare i due compagni, e dato che anche nel rispondere alle domande riescono a completarsi alla perfezione, nemmeno mi è parso necessario: l’intervista a Làstrego non può prescindere dalla partecipazione di Testa, e quel che segue è la trascrizione della nostra piacevole (almeno per me!) chiacchierata avvenuta nell’ambito della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna.

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GZ: oltre alle numerose presenze ‘fumettistiche’ argentine, ha avuto modo di conoscere o apprezzare anche figure legate al cinema di animazione e, eventualmente, al femminile? Più in generale, il racconto di alcuni dei suoi esperimenti con il rudimentale proiettore costruito da Suo padre mi ha ricordato un po’ i ricordi felici dei bambini, sempre in ‘Fanny e Alexander’, ma anche le ‘silhouettes’ di Lotte Reiniger: c’è anche questa ‘pioniera’ nel Suo bagaglio immaginifico?

FT:Noi abbiamo proprio seguito un corso tenuto da Lotte Reiniger, a Torino quarant’anni fa, e lei era bravissima perché ritagliava la carta con le forbicine, e faceva le sue bellissime figure. Le realizzava con estrema precisione e concentrazione, aveva più di 80 anni ma dimostrava un’intatta dedizione e passione per il proprio lavoro.”

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La ‘pioniera’ dell’animazione Lotte Reiniger al lavoro

 CL: “Io già da bambina volevo fare dei ‘disegni animati‘, e grazie al rudimentale proiettore di papà proiettavo per gli amici l’antenata di Mafalda, Periquita [Nancy di Ernie Bushmiller, n.d.r]. Era già una forma di passione.

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GZ: Le vostre opere di questi ultimi anni, sia in animazione che cartacee, appaiono incentrate su tecniche di Ritaglio e Composizione, e portare avanti una ricerca di stile che poco a poco va distaccandosi dalla fondamentale influenza dei Maestri Giulio Gianini & Lele Luzzati, finora molto ‘presenti’ nella vostra opera artistica [si vedano I Giorni dell’Avvento“, La Creazione e “Aladino”].
 
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L’Avvento
CL: “Qualche tempo fa, nonostante il lavoro e gli impegni, cominciai a soffrire di insonnia e ad alzarmi spesso in piena notte; così, per passare il tempo, ho preso a trafficare con elementi e pezzi di riciclo, dapprima soprattutto in stoffa e materiali affini, per poi scoprire quanti scarti tecnologici esistono, pressocché inutilizzati; in breve ho preso ad inventare e assemblare dei veri e propri personaggi, una cosa che mi è sempre venuta naturale; dalla figura all’animazione il passo è stato breve, come nel caso del libro pubblicato da Carthusia, ‘Apriti Circo’. Di esso uscirà presto per Gallucci una versione animata. In esso si possono ritrovare echi di Tommasone e della Giovanna, come la magia di ‘entrare‘ letteralmente nel libro e, insieme alla porcellina protagonista, tentare di resistere alla ‘nanna’, come spesso capita ai bimbi che non vogliono sentir concludere la favola della propria giornata. E poi c’è la nuova serie di Gatto Mirò, che presenteremo proprio qui a Bologna, nata dalla app per iPad Identikat,!”
 
[Poco dopo la chiusura dell’intervista è arrivata un’altra ottima notizia: “La Giovanna nel Bosco” sarà ripubblicata proprio da Gallucci Editore, e verrà presentata al Salone del Libro di Torino quest’anno, n.d.r.]

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[Sia su carta che in video, sono vere e proprie opere ‘materiche’, che anche a un adulto viene voglia di ‘pacioccare’, tanto che i vari materiali sembrano ‘saltar fuori’ dal confine delle pagine di carta: forse, è questa la materia di cui sono fatti i sogni, e – seguendo il Bardo – anche noi stessi. – N.d.r.]

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FT: “Abbiamo sempre lavorato molto con le classi e con i ragazzi, in passato tenendo parecchi corsi e incontri di formazione: oggi purtroppo siamo costretti a diluirli, in parte perché organizzarli è un impegno non da poco, un po’ perché è diventato più complicato farlo e anche perché lavorare in gruppo limita la nostra libertà d’azione, e costringe la creatività a molti compromessi. Noi abbiamo sempre cercato di ‘assecondare’ il cambiamento dei tempi, anche per quanto riguarda le modalità di ricezione delle informazioni, un elemento che condiziona il modo stesso di essere delle persone.

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La nostra lunga consuetudine con le scuole ha creato sempre una sorta di fascinazione con i piccoli utenti, che continua ad esprimersi anche tramite il ricorso a procedure che sono sì tecnologiche ma anche molto ‘tattili’ e immaginifiche, come nel caso della app “Identikat” in cui ritorna la scomposizione-ricomposizione della figura, nonché l’emozione della pagina che scorre, riportandoci alle origini del nostro lavoro; ci rendiamo conto che il mondo è cambiato: laddove c’era molto spazio per la lettura, che era il nostro modo per dare senso alla realtà e al fantastico, ora essa è solo uno dei pezzi di un panorama complesso, che si esprime attraverso molteplici media in concorrenza fra loro, il tutto rispetto al tempo di vita del bambino che è rimasto lo stesso. Occorrerebbe considerare tutte queste sfaccettature, dando loro lo spazio adeguato: un lavoro molto interessante per chi si occupa di questi ambiti!”

CL: “I cosiddetti ‘nativi digitali’ sono tali per davvero, in quanto dalla nascita il loro mondo segue dei meccanismi di ricezione e di interpretazione della realtà radicalmente diversi dai nostri, e per comunicare con loro non si può restare inchiodati al proprio linguaggio di partenza; ma pur adattando i nostri media all’epoca in cui viviamo e lavoriamo non dimentichiamo mai il nostro centro gravitazionale, ovvero quell’ideale umano ed etico di riferimento che da sempre ci ha guidato nella vita e nella professione. Ad esempio, nella sigla della serie animata tratta dai libri della Giovanna (52 episodi) si dice: – Legge un libro la Giovanna / ogni sera, prima di fare la nanna.”: un consiglio, un invito teso attraverso la televisione, mezzo oggi più familiare ai più, a leggere.”

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Oppure, come nella serie Amita della Giungla”, si ripescano le fiabe come mezzo pedagogico, grazie alla ricchezza dei loro contenuti simbolici, o grazie ai proverbi che sintetizzavano secoli di esperienze in una sola frase: la bambina protagonista, umana in un mondo di animali parlanti, è il tramite di quella conoscenza antica con il pensiero etico contemporaneo, tendente all’altruismo, all’amicizia e alla condivisione.

[Magari!, n.d.r.]

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GZ: Almeno per quanto riguarda gli storyboards, ai disegni collabora anche il signor Testa?
 

FT: No. Gli storyboards vengono sempre fatti da Cristina, e mi pare un caso più unico che raro: partendo da un’idea si arriva a coprire ogni settore della crossmedialità. Libri, serie animate, video, app, etc. Cristina segue davvero la linea della crossmedialità.

CL: Compreso il ritorno dalla tecnologia al libro, il cammino inverso: si parte dai disegni animati per arrivare alla ‘carta’.

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GZ: Un umile suggerimento del cronista: perché non proporre il vostro alieno Wilco come partner del capitano Samantha Cristoforetti per una serie divulgativa ad argomento astronomico e astronautico?

FT: Il libro “Benvenuto Wilco” nacque proprio dalle idee degli alunni dopo un anno di lavoro con una classe, e ci si attenne strettamente alle loro invenzioni. In seguito divenne anche un’opera teatrale con le scenografie di Cristina per lo Stabile di Torino, e quindi un pilota in animazione 2D che (purtroppo) ancora attende benevoli finanziatori.

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CL: “Dopo l’esperienza nel 3D con ‘Marco Polo’ stiamo tornando all’animazione tradizionale; il 3D richiede grossi investimenti: se fatto bene è splendido ma per ottenere questo esito richiede una nutrita schiera di tecnici!”

FT: Grazie al ‘dono’ di Cristina cerchiamo di mantenere viva la tradizione italiana nel segno di Gianini e Luzzati, la quale ha radici ben salde in un’animazione europea che tuttora sta dimostrando di avere ancora parecchio da dire.

[Basti citare in proposito i casi degli irlandesi di Cartoon Saloon (‘Secret of Kells’ e ‘Song of the Sea’, entrambi candidati all’Oscar) e i ‘nostri’ ragazzi d’oro di MAD Entertainment, che stanno lavorando al secondo lungometraggio dopo il trionfale “L’Arte della Felicità“, eletto miglior film d’animazione europeo nel 2014, n.d.r.].

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FT: Abbiamo collaborato con diverse realtà, e possiamo dire che nei rapporti di lavoro conta ancora molto l’individuo, a prescindere dalle differenze geografiche e culturali. Le persone colte sono ovunque, e a seconda che si lavori ad un film o a una serie; magari variano le gerarchie e le forme di collaborazione ma l’importante è incontrare persone valide. Con i libri è più facile trovare riscontri immediati, mentre proponendo una serie si va incontro a maggiori difficoltà. Stima e sintonia contano, eccome: all’Einaudi è stato decisivo lavorare con persone stimate e di alto ingegno, come il redattore-capo Daniele Ponchiroli, che ci spingevano a dare il massimo. Cominciare la nostra avventura con interlocutori di alto livello ci ha stimolato moltissimo a migliorarci. Non era scontato che una casa editrice come Einaudi, ‘impegnata’ anche ideologicamente, producesse un libro come “La Giovanna a fumetti“, anche perché, grazie anche al saggio “Apocalittici e Integrati” di Umberto Eco, il dibattito sul fumetto e la cultura ‘di massa’ era all’epoca alquanto acceso.

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GZ: Le artiste del settore trovano forse una maggiore autonomia espressiva dirigendo dei corti? O è una necessità dovuta al fatto che il mondo dell’animazione è davvero un po’ ‘maschilista”?

CL: “Al prossimo Cartoons on the Bay di Venezia ci sarà una tavola rotonda moderata da Mussi Bollini proprio sulle donne protagoniste del cinema di animazione. Spesso le mogli dei grandi animatori sono rimaste ‘al riparo’ dalla ribalta, ma di fatto in molti casi hanno portato un grosso contributo alle opere firmate dai propri compagni. Il bilancio, tutto sommato, potrebbe forse dirsi paritario nei casi in cui il contributo “umano” sia stato garantito da parte di entrambi.”

FT: “E va benissimo anche un principe consorte che aiuta la compagna”!

[E qui citerei ancora la motivazione che Francesco Testa diede della loro ‘longevità artistica’ ritirando il premio ‘Piccolo Plauto’ a Bologna: – “Ci vogliamo tanto bene.” – credo che riassuma non soltanto il legame di coppia, ma anche l’eccezionale intesa fra due artisti che continuano dopo anni a scorgere le stesse méte e a condividere lo stesso orizzonte, n.d.r.].

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ieri come oggi… (foto archivio de l’Unità)

GZ: Voi due avete partecipato, anche in veste di semplici visitatori, a tante edizioni del Festival di Annecy: lo ritenete molto diverso oggi rispetto alle prime edizioni?

CL: “Annecy è cambiata parecchio dalle prime edizioni: noi ci andammo la prima volta in occasione della proiezione de “La Gazza Ladra” di Gianini & Luzzati (1965), che fu un vero trionfo; ancora più toccante fu l’applausa tributato alla prima di ‘Pulcinella’ qualche anno dopo: era l’omaggio del mondo dell’animazione a due artisti di cui veniva riconosciuta la grandezza assoluta. All‘epoca si respirava una dimensione più ‘artistica’ rispetto ad oggi, che giocoforza il festival è cresciuto enormemente entrando in ottiche più ‘commerciali’. Ma già allora tiravano gli aeroplanini dalla platea! Comunque, si respira tuttora un’aria più rilassante e positiva rispetto a eventi prettamente ‘mercantili’ come il MIPCOM di Cannes: ad Annecy gli autori sono più rilassati e c’è parecchio spazio per i giovani.

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GZ: A proposito di nuove leve, vi sentireste di segnalarne qualcuna da seguire con attenzione? E qualche ‘vecchio leone’ (a parte Gianini & Luzzati) che amate particolarmente?

CL & FT: “Abbiamo avuto modo di conoscere Tiziano Squillace e Giovanna Pignataro de La Casa dei Conigli“, un piccolo studio campano che lavora in animazione tradizionale e che si è già distinto a livello internazionale con una deliziosa serie in stop motion, “Facciamo luce!”, collezionando nominations in serie al Cartoons on the Bay.

Per quanto riguarda i Maestri, bè la Aardman è sempre la Aardman, ed è meraviglioso ciò che realizzano con la plastilina e la stop-motion: Shaun, vita da pecora” è una delle nostre serie preferite!”

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Di tante cose non vi abbiamo raccontato, purtroppo il tempo è finito ed è ora di congedarsi: ma se desiderate ritornare nel Bosco delle Storie, insieme a Giovanna, Tommasone, Ciccio, Wilko, Amita e tutti gli altri… bé, i libri e i dvd di Làstrego & Testa sono sempre pronti ad accogliervi!

Il saluto finale lo lascio ad Aladino, protagonista di tante avventure, e pure di un musical!

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A presto… e ricordate che leggere spalanca le porte della Fantasia!