14 Aprile 2015 16:37

Anche in Italia si schiudono le porte del ‘regno’ Ghibli

“The Kingdom of dreams and Madness” è il titolo di un suggestivo e malinconico documentario firmato dalla giovane regista giapponese Mami Sunada (già apprezzata per un’altra toccante opera, “Dead of a Japanese Salesman“, incentrata sulla malattia e la morte del padre) il 25 e il 26 maggio 2015 sarà finalmente possibile ammirarlo anche in Italia ribattezzato fedelmente “Il regno dei sogni e della follia”.

studio-ghibli

Noi lo avevamo potuto ammirare in anteprima europea allo scorso Festival di Annecy, e per questo ci sentiamo di consigliarlo in abbinamento con l’ultimo (per ora) capolavoro di Hayao Miyakazi (uomo simbolo dello Studio Ghibli insieme a Isao Takhata e Toshio Suzuki, non  a caso protagonisti principali del film), “Si alza il vento”, e non soltanto in quanto il periodo di tempo preso in analisi dalla regista è quello della lavorazione in contemporanea di questo e del lungometraggio di Takahata, “La Principessa Splendente” (anch’esso visto ad Annecy ma assai meno legato allo spirito del documentario). Questo (bel) film è soprattutto uno struggente commiato di Miya-San ai suoi personaggi, alla propria vicenda artistica e forse anche a se stesso in quanto autore: è proprio lui a definire l’animazione un mondo in cui si creano sogni bellissimi e pericolosamente folli, e nell’infinita devozione, perennemente in bilico sul disincanto più amaro, verso il proprio mestiere, il Maestro appare al contempo epico e patetico come sanno essere soltanto i giganti dell’Arte: guardate soltanto la scena in cui canticchia il tema portante di “Si alza il vento“, sottolineando (volutamente?) nel testo la parola “solo”.

Confessione di fragilità? Istrionismo egocentrico?

Chissà. Forse, sta soltanto facendo del cinema.

Grande cinema.