29 Dicembre 2014 08:02

Museo del Fumetto di Lucca, R.I.P.: “abbiamo scherzato?”

museolucca

L’anno se ne va a morire, ma notizie di prima mano ci informano che ancora prima è morto (“assassinato”, bisognerebbe forse dire) il famoso MUF, Museo Italiano del Fumetto fondato da Gianni Bono e guidato sino a pochi mesi fa da Angelo Nencetti…” Click qui per l’articolo completo.

Luca Boschi affronta con severità la questione della fine del Museo del Fumetto di Lucca (ambiziosamente, ma erroneamente, se non furbescamente, o forse solo ingenuamente, chiamato a suo tempo Nazionale – ma questa qualifica la può dare solo una legge dello Stato, in Italia – quindi Italiano, ma in realtà Museo Comunale della Città di Lucca) che venne preannunciata come “mutamento” (e cos’è mai la morte, se non semplicemente un mutamento?) dalla nostra Talpa (click qui) e poi confermata ufficialmente, come abbiamo registrato su afNews (click qui). Triste fine, passata sotto silenzio, quasi che il Museo fosse considerato cadavere già da diverso tempo. Mala tempora currunt
E che fine faranno le collezioni che ospitava? Tornano ai legittimi proprietari, si suppone. Ne parla Boschi e si nota l’amarezza. Anche perché sembra davvero tanto difficile, nel nostro Bel Paese, terra di arte, storia e cultura e buon cibo e splendida natura, riuscire a conservare qualcosa.
Ora, salvo imprevisti, il cerino della “conservazione a livello nazionale con adeguati contatti internazionali” potrebbe restare in mano al WOW di Milano, che per il Comune che lo ospita è, in realtà, solo uno “spazio” e non un museo (anche perché, a dirla tutta, se fosse un museo dovrebbe chiamarsi Museo del Fumetto Franco Fossati, visto che materiali fisici e ispirazione arrivano da Franco Fossati e dalla Fondazione a lui dedicata). Insomma, l’Italia sarà pure terra natale di santi, poeti, navigatori e fumettisti, ma da qui a riuscire a tenere in piedi un vero e proprio Museo Nazionale del Fumetto pare ce ne corra ancora.

Dovremo consolarci con quello del Cinema (medium così vicino al fumetto per alcuni versi), classe 1953, che è un vero Museo Nazionale e, nonostante le crisi, è ancora in salute, qui davanti ai nostri occhi sgranati (dal 2000 all’interno della Mole Antonelliana). Ma, giusto per la cronaca, si è conquistato a fatica la sua attuale posizione, e deve sudare per mantenerla. Perché così è il nostro Bel Paese, dove chi gestisce un museo nazionale si chiama, non a caso, “conservatore”, ed è una gran bella ardua professione.

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