20 Dicembre 2014 20:54

L’immagine mancante. La meraviglia di un film a pupazzi non animati.

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Viene distribuito in questo periodo nei cinema il film a pupazzi non animati ‘L’immagine mancante’. Una produzione franco/cambogiana del 2013 sceneggiata e diretta dal regista Rithy Panh.

Cos’è questo film a pupazzi non animati? Il tentativo estremo del regista di trovare un’immagine del suo paese durante il regime di Pol Pot. Non quelle della propaganda che il regime fece all’epoca, ma delle immagini dei campi di rieducazione com’erano in realtà, come li ha vissuti lui che dai nove ai tredici anni ci fu internato con tutta la famiglia.

Ma tra filmati di propaganda fatti per fare apparire tutto perfetto la realtà non si scorge che per pochi attimi e di tutto quello fatto in quel periodo sono rimasti solo rovine e cadaveri.

Delle mani iniziano a scolpire e dipingere la statuetta di un uomo in camicia sorridente. “Quest’uomo è mio padre” dice una voce narrante. Seguono la madre, i fratelli, le sorelle i parenti, la casa e tutto il quartiere com’era prima della “rivoluzione”. Un diorama che ricostruisce una vita felice dove si studiava e si stava insieme. Solo statuine ferme e riprese da varie angolazioni mentre la storia va avanti.0 L-Image-Manquante-Extrait-1-VOST_reference

I diorami si susseguono contrastando per la loro crudezza con le immagini dei filmati di propaganda dove si lavora sorridendo parlando di grandi sacrifici per un futuro collettivo migliore. Il regista ricrea scene che vide all’epoca e dice di “rivedere” spesso. Come la morte del padre, che non potendo sopportare la situazione decide di lasciarsi morire di fame annunciandolo chiaramente alla famiglia con una dignità incredibile. Seguono a questo la morte dei fratelli, delle sorelle e della madre. Per sopravvivere il bambino torna continuamente ai ricordi della sua infanzia. La missione Apollo gli permettono ancora di sognare volando con l’immaginazione oltre i campi dove viene mandato consentendogli di sopportare anche il lavoro in un ospedale da campo dove non guarisce nessuno.0 unveil-themissingpic-1080p5B23-55-0_zpsa18a5bf2

1 Limage_manquante_LGSi ripetono gli slogan del regime e in alcuni casi il regista commenta aspramente sia chi all’epoca in occidente aveva simpatie per i Khmer Rossi sia chi oggi sostiene che la mentalità buddista abbia fatto accettare la situazione a chi la subiva. Ma come puoi ribellarti quando ti tolgono tutto e vivi nella fame?0 l'im untitled

Un film stupefacente. Il regista non parla della sua fuga dalla Cambogia in Thailandia e Francia. Ma racconta di aver tentato di dimenticare il suo paese, la lingua, la cultura. Ma alla fine i ricordi della sua infanzia felice tornavano, non lo abbandonavano.

Parla anche delle ingiustizie che alimentarono l’adesione ai Khmer rossi prima della “rivoluzione” e di quanto i bombardamenti fatti dai paesi occidentali abbiano spinto molti cambogiani a sostenere Pol Pot.1 HTFile

Presentato nel concorso documentari internazionali al Torino Film Festival 2013 è stato riproiettato anche nella 32° edizione del Torino Film Festival il 30 novembre 2014 nel ‘Cinema Classico’ (dove viene ancora proiettato), alla presenza del regista (chi scrive è molto addolorato di avere perso l’avvenimanto).

Se potete andate a vederlo.