23 Ottobre 2014 03:42

Prima italiana di ‘Song of the Sea’ e ‘I guardiani della galassia’ al Festival Internazionale del Film di Roma.

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Martedì 21 ottobre durante il ‘Festival internazionale del Film di Roma’ si è svolta la prima italiana del film d’animazione irlandese ‘Song of the Sea’ di cui tanto si era già parlato su questo sito.

L’evento di sicura importanza doveva essere seguito e raccontato per dovere di cronaca. Quindi chi scrive è andato a Roma, e visto che lo stesso giorno proiettavano l’anteprima de ‘I guardiani della galassia’ si è visto anche quello.

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La spettacolare visione dei cartelloni.

A prima vista l’Auditorium parco della musica addobbato per il festival aveva un aspetto gradevole e un po’ comico insieme. Sembrava che le due nature non si fondessero insieme.

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Effettivamente sembra che cerchino di scappare via di nascosto.

I due film citati venivano proiettati per quell’ambito del festival chiamato ‘Alice nella città’ dedicato ai film per bambini e adolescenti. Questo aveva anche un padiglione di grandi dimensioni ma fatto soprattutto per i laboratori con le scuole o per premettere a studenti delle scuole di cinema di fare interviste in uno spazio ampio. Per quanto riguarda volantini o brochure sui film che presentavano non avevano quasi niente. Solo un elenco generale identico a quello stampato nel programma che si trova sul sito.

E purtroppo non era presente nessuna delegazione dall’Irlanda. 

Nonostante il ‘Red Carpet’ e i manifesti giganti al di fuori dentro l’auditorium c’era pochissimi manifesti dei film. La gente in attesa di entrare nelle sala era molta e anche i controlli per la sicurezza non mancavano. Ma la scarsità di manifesti e la totale mancanza delle scenografiche costruzioni in cartone con le sagome dei personaggi che solitamente si fanno per i film per ragazzi rendeva il luogo ancora più distaccato dall’evento.

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Quanto spazio vuoto.

La sala riservata per la proiezione stereoscopica de ‘I guardiani della galassia’ era la Sinopoli, probabilmente la più grande di tutte. Uno spazio teatrale con un grande schermo.

Qui chi scrive si sente in dovere di ringraziare il servizio d’ordine del festival per avergli fatto provare una sensazione nuova e mai provata prima in tanti anni di festival, quella di essere una sospetta spia.

Infatti uno di questi ha preso a dirmi che a inizio film la macchina fotografica doveva essere spenta, che sorvegliavano tutti tramite telecamere a infrarossi ecc.ecc. tanto che mi ha spinto a fargli presente la mia abitudine ai festival e a quelle regole. Dopo una gelida risposta sullo stile di “So come si comportano quelli come voi” sono stato affiancato per tutta la visione del film da un suo sottoposto. Grazie, zelante maschera che proteggi un film talmente in anteprima da uscire il giorno dopo!

FFR IMG_1912Non è il caso di scrivere qui de ‘I guardiani della galassia’ che ormai è uscito e i lettori di afNews saranno già corsi a vedere. Ma è un film stupendo, epico e spettacolare come si addice a un film della Marvel con in più una storia vera. Ben fatta e coinvolgente.

L’aria che si respira è quella dei film di fantascienza anni ottanta e i continui riferimenti a quel periodo fatti nel film aumentano la sensazione.

Vedere l’eroe/ladro che combatte i nemici indossando una cuffia di spugna rossa (quelle che con gli anni si sgretolano) mentre ascolta con il suo Walkman sempre la stessa MC di successi del periodo è semplicemente fantastico. E se il procione Rocket non vince l’Oscar come miglior attore non protagonista è uno scandalo.

Dopo questo fantastico film è toccato al film/vero motivo del viaggio. ‘Song of the Sea’. Le aspettative (personali) erano elevate.

In realtà la prima proiezione del film era stata fatta alle undici del mattino per le scuole e non era ammesso altro tipo di pubblico. Tranne, forse, i giornalisti accreditati di cui chi scrive non faceva parte.

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Al mattino per contenere chissà quante centinaia di fortunati scolari hanno usato la grande sala Sinopoli. mentre alla sera il piccolo ‘Teatro studio Gianni Borgna’. Quasi certamente la sala più piccola di tutto il festival tanto per intendere la situazione. 

Nonostante tutto il pubblico arriva a essere almeno di un centinaio di persone.

La magia inizia fin dal primo fotogramma. Dove in un ambiente circolare privo di prospettiva il piccolo Ben, un bambino di quattro anni, insieme a sua madre Bronagh (in gaelico Tristezza) incinta disegnano sui muri le storie e i miti d’Irlanda finché il padre, Conor, non arriva portando in regalo un minuscolo cucciolo di cane.

Mettendo a letto il figlio Bronach gli canta una dolce canzone suonando una conchiglia che gli aveva appena regalato. Un’atmosfera di grande felicità che si spezza quando alla donna inizia il travaglio e per qualche motivo tragico i capelli diventano bianchi.

SoS tumblr_mzrmrvDTyJ1rb1rgoo8_1280La scena si sposta in avanti di sei anni. È il compleanno della piccola Saoirse (in gaelico Speranza) che tenta di attirare l’attenzione di Ben. Ma il fratello la maltratta e la prende in giro perché non sa ancora parlare preferendogli la compagnia del cane Cù , un ormai gigantesco Bobtail. Il padre non si accorge di questo problema tra i due e adora la figlia con grande amarezza del figlio.

Per il compleanno della piccola arriva a trovarli la madre di Conor, una nonna non particolarmente amata dai nipoti perché tenta sempre di trascinarli con lei a Dublino sostenendo che l’isoletta dove abitano (Conor è il guardiano di un faro) sia troppo pericolosa per dei bambini.

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Immagine di quando si pensava che Saoirse dovesse compiere quattro anni.

Dopo una festa di compleanno non proprio serena Conor prende il battello e va al pub per dimenticare la scomparsa della moglie. La madre si rattrista per lui e Ben, a letto, racconta a Saoirse la terrificante storia della strega civetta solo per terrorizzarla sentendosi pure un po’in colpa dopo.

Di notte la bambina ruba al fratello la conchiglia che lui non le permette nemmeno di toccare. Suonandola iniziano a comparire delle luci che la portano a un vestito della madre. Spinta da una forza inarrestabile la bambina lo indossa e entra in mare circondata da foche. Lì si trasforma in una foca bianca rivelando la sua natura di Selkie. Una delle mitiche creature delle leggende irlandesi. La trasformazione viene avvertita sia da esseri magici che da alcune civette che volano via minacciose.

La nonna ritrova la bambina sulla spiaggia e con questa ha la scusa per convincere il figlio a fare trasferire i bambini da lei. Ben è sconvolto, non vuole andarsene via dal padre e dal suo cane e da la colpa di tutto alla sorella che lo guarda triste.

Ben lungo la strada disegna una mappa e dalla nonna decide di approfittare della confusione nelle strade dovuta ai festeggiamenti per Halloween per scappare via. Saoirse lo segue e non riuscendo a scacciarla deve portarela con se.

A questo punto iniziano l’avventura vera tra le strade d’Irlanda. I due bambini incontreranno creature magiche che li aiuteranno e emissari della strega civetta che tenteranno di catturare Saoirse, l’ultima Selkie. Il tutto è aggravato dal fatto che dopo aver indossato l’abito delle Selkie la bambina ha iniziato a sentirsi male e i suoi capelli cominciano a sbiancarsi.

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Studi per la Strega civetta prima del definitivo.

La storia diventa una corsa contro il tempo. Ben deve salvare la sorella facendola cantare e affrontare la gelida strega civetta, tanto simile a sua nonna, liberando tutti gli esseri fatati prigionieri ben sapendo che una Selkie non può vivere con gli esseri umani.

Questo film è una fiaba.

Non esistono altri termini per definirlo. Non è solo per la storia intrisa di leggende irlandesi. Ma è anche per l’incredibile stile di disegno spesso privo di prospettiva e pieno di riferimenti all’arte celtica, ai paesaggi da sogno eppure così simili alle foto sull’Irlanda che tutti possiamo vedere. Alle chiese dalle statue piene di grazia sulle facciate e ai santuari sperduti in mezzo alla campagna piene di icone sacre. Tutte cose così tipiche da sembrare magiche almeno quanto le creature del mondo del mito che compaiono. Disegnate usando uno stile che riempie lo schermo di colori e immagini meravigliose che colpiscono e emozionano continuamente per quanto siano belle e ricreano l’atmosfera di un’Irlanda del 1987 dove l’autore del film, Tomm Moore, aveva dieci anni. La stessa età di Ben.

Le espressioni che i vari personaggi usano tra di loro sono in grado di dire tutta l’emozione di ogni momento, sia la tristezza di Conor o di sua madre che il bellissimo sguardo triste, arrabbiato o felice che Saoirse rivolge continuamente al fratello.

Ci sono dei momenti in cui l’animazione va più lenta, ci sono le ingenuità tipiche di ogni fiaba, c’è una forte influenza dei film di Hayao Miyazaki e della Disney primi anni novanta. Ma non è possibile non amare questo film così sconsideratamente bello, dolce e poetico. Con musiche e canzoni del gruppo “Kila” in cui gaelico e inglese si alternano in modo strepitoso facendo capire che l’autore non ha fallito nel suo proposito iniziale di fare “Una melanconica commedia musicale per bambini”.

Chi scrive non ha idea di quello che accadrà a questo film d’ora in poi. Forse una nomination agli Oscar (vincere no, è un film troppo bello) e di certo molti premi in giro per il mondo.

Ma su un’eventuale distribuzione italiana non si sa nulla. Come per il precedente film di Tomm Moore ‘Brendan and the secret of Kells’ rischiamo di perderci un altro capolavoro dovendo ripiegare su dvd francesi (in Francia il debutto al cinema è previsto per il dieci dicembre) per la mancanza di distributori?

Già il fatto che l’intero gruppo dello studio ‘Cartoon Saloon’ abbia disertato il Festival romano preferendo andare alla premiere londinese e la grande attenzione che al film è stata riservata durante la premiere parigina (potete vedere l’introduzione del film al ‘Mon premier festival’ http://t.co/ApeBhWsJWX ) contro la quasi indifferenza nazionale rende tutti noi in grado di darci una risposta da soli.

Una risposta a “Prima italiana di ‘Song of the Sea’ e ‘I guardiani della galassia’ al Festival Internazionale del Film di Roma.”

  1. Lo ho visto in inglese e spero di cuore che esca anche in Italia! un cartone a dir poco spettacolare!

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