In attesa di quella del collega Aladar, il quale fortuna sua era presente a Roma per godersene la visione, segnaliamo qui una recensione in italiano del film di animazione ‘Song of the Sea’ diretto dal regista e animatore irlandese Tomm Moore (presentato ieri al Festival Internazionale del Film di Roma nella sezione parallela ‘Alice nella Città’) e di cui riportiamo l’incipit:
“Ciò che siamo proviene dai racconti tramandati dai nostri avi, attraverso Secoli di storia e di evoluzione antropologica che, di fatto, hanno espanso, modificato, stravolto queste favole per adattarle alla contemporaneità, pur mantenendo salde le radici alle origini, dove tutto parte e, forse, dove tutto, prima o poi, farà ritorno. Un cerchio che si chiude, quindi, nel quale nulla cambia davvero ma resta costante nel tempo, una realtà all’interno di un’altra e un’altra ancora: la notte, il giorno, il mare e la terra, la natura tutta e la fondamentale immaginazione intrisa nell’uomo che gli permette di elevarsi e inseguire i propri sogni, ovunque essi si trovino, sfidando le tempeste e gli ostacoli, seguendo le luci che riescono ad illuminare anche il più buio, profondo e desolato cammino perché sfoci, finalmente, nella consapevolezza assoluta di ciò che può significare emozione … “.
STUPENDO.