15 Ottobre 2014 03:31

View Conference 2014. Eroi, Procioni e Altro ancora.

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Secondo giorno di View Conference 2014, ma solo oggi inizia ufficialmente l’evento con le tanto attese conferenze nella sala Cavour. Si è iniziato subito con un grande evento molto atteso. La Conferenza in prima assoluta su ‘Big Hero 6’ il prossimo e già attesissimo lungometraggio animato Disney. A presentarlo Alessandro Jacomini. Che non si esita a definire come un eroe dell’animazione italiana.

Inizia subito dicendo che il film Uscirà novembre negli USA e a View IMG_1361natale in Italia. Lui lavora per la Disney dal film ‘Dinosauri’ e si è occupato delle luci di quasi tutti i film successivi. Dopo aver mostrato il trailer del film (fantastico) ha iniziato a parlare del sul lavoro fatto per creare le luci di San Fransekyo, città immaginaria  posizionata dove si trova San Francisco e con palazzi che sono un mix dei tra quelli della città e Tokyo: case dal tetto di bambù, viali pieni di ciliegi in fiore, edifici in stile vittoriani leggermente allungati e resi asiatici e pale eoliche a forma di aquilone giapponese. Per rendere tutto reale hanno fatto molte ricerche sulle luci delle due città, naturale e artificiale, alle varie ore del giorno osservandone l’effetto su sfere di materiali diversi.

La produzione del film è iniziata nel novembre 2011 e sono riusciti a completarlo in tre anni grazie all’uso di programmi nuovi nonostante gli effetti visivi siano stati molto li di più rispetto a quelli degli ultimi film. Pensate che ci sono almeno tre diversi tipi di luce notturna artificiale disposte a seconda del tipo di quartiere.

Il suo reparto da solo è composto da ottanta persone. Gli si chiede se si ispira ai grandi direttori della fotografia italiani e lui dice di esser fiero di venire considerato un artigiano italiano.

Le immagini mostrate in anteprima sono davvero divertenti e emozionanti. Anche ogni personaggio ha il suo tipi di colore e luce personale che si confà al suo carattere.

Alla fine parla in italiano per mandare un messaggio diretto ai tanti studenti presenti in sala, lo fa con voce emozionata. Ha lasciato il proprio paese ormai da vent’anni per seguire i suoi sogni, invita gli studenti a fare come i personaggi del film e seguire il loro destino lavorativo come quelli hanno seguito il loro da eroi.

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Noëlle Triaurer e Marcelo Vignali introdotti dal collega di Animation Magazine.

Segue la conferenza sui 12 anni di Sony Animation tenuta da Noëlle Triaurer e Marcelo Vignali rispettivamente Production design e art director della società.

Quello che vogliono si capisca è che la Sony ha il merito di aver sempre lavorato sul linguaggio dell’animazione e fin da ‘Boog & Elliot’ hanno fatto qualcosa di completamente nuovo nei film 3D usando lo stesso linguaggio grafico del 2D. Questo non era stato tentato da nessuno prima di loro e hanno continuato a sperimentare con ‘Surf Up’ dove grazie alla grandiosa tecnologia della ditta hanno potuto simulare inquadrature che imitano quelle della camera a spalla dei documentari.

Con ‘Hotel Transylvania’ (dicono di avere cambiato sette registi) molte cose sono cambiate nella lavorazione. All’inizio lui aveva disegnato un carro funebre che il primo regista aveva rifiutato e mise da parte fino a quando Tartakowski lo scopri e lo volle subito.

Per i ‘Puffi’ hanno fatto i due film ibridi ma ne stanno facendo uno completamente in CGI che si rifà totalmente alle BD di Peyo. I personaggi sono tornati a essere quelli del fumetto e non i più realistici dei due film. Mostrano un trailer dove i nuovi Puffi fanno un provino e alla fine c’è un confronto con quelli del film precedente. La differenza è molta. Il Gargamella di questo film è fantastico.

Chiudono mostrando il trailer di ‘Popeye’ che è stato rilasciato da poco. Semplicemente fantastico vederlo sul grande schermo.  

Segue la conferenza su The Lego movie’. Presenta Rob Coleman, cheView IMG_1382 negli anni novanta ha fatto il personaggio di Draco in ‘Dragonheart’ considerato da tutti come la prima Star interamente in CGI. Arriva dall’Australia e racconta come il film sia stato realizzato.

I Lego sono famosi in tutto il mondo è hanno avuto diverse versioni fatte in stop motion e anche una serie animata. Per il lungometraggio si pensava di fare un film per bambini. Ma sarebbe stato giusto pensando a tutti gli adulti appassionati? Si decise così di fare un film comico a più livelli. Le direttive dell’ azienda erano che si dovesse essere divertenti, esagerati e che non fosse un’interminabile pubblicità.

Per essere realistici negli ambienti si sono documentati sulle elaborate costruzioni fatte dagli appassionati e su quelle della ditta. Ogni cosa doveva poter essere riproducibile nella realtà e questo è evidente nella figura del profeta che vola legato con un filo. Per essere più coinvolgenti si e sercato un look imperfetto da mattoncini non sempre ben messi e hanno reso i mattoncini opachi e non nuovi.

Furono molto divertiti quando dopo il primo trailer la gente si mise a sostenere che fossero Lego veri con facce in CGI. Uno delle sfide fu dare espressività ai volti Lego, ma capirono come rendere i due puntini espressivi usando le sopracciglia.

Ora lavorano a una serie Lego su ‘Star War’.

View IMG_1391Si prosegue con l’atteso Making of de ‘I guardiani della galassia’ presentato da Kyle Mcculloch, della londinese Framestore, che con sorpresa generale in passato ha lavorato anche a Torino.

Pare proprio che il compito affidato alla Framstore fosse la modellazione del procione Rocket. Per far vedere di cosa fossero capaci hanno fatto una spettacolare scena d’evasione dal carcere di lui e l’albero Groot che al regista è piaciuta tanto, salvo poi volere una cosa completamente diversa per il film.

Il regista ha insistito sul fatto che sembrasse un vero procione e così hanno fatto molti studi portandosene anche uno in studio e analizzando documentari. Ma il risultato non piaceva al regista e così capirono che l’essenziale fosse mantenere il muso di un procione, il resto lo si poteva umanizzare.

Altra richiesta era di dargli un aspetto selvatico e raggiungere il pelo arruffato voluto è stato difficile. Come lo è stato rendere espressivo un volto coperto dal pelo. Per la tuta ultra tecnologica hanno riciclato una di quelle fatte per ‘Iron Man’.

Nonostante abbiano usato controfigure per simulare la presenza dei due personaggi digitali questi sono stati fatti interamente in CGI senza l’uso della Moction Capture

Si sono occupati anche di Groot. L’essere vegetale è stato sviluppato da un altro studio, ma a loro sono toccate le scene dove si trasforma e perciò più difficili. Soprattutto per le ispirazioni che nel frattempo venivano al regista aggiungendo sempre più particolari alle scene o facendogli cambiare cose già finite.

Hanno ricreato gli ambienti della prigione, della miniera spaziale e del posto al suo interno chiamato ‘Nowhere’(in cui appaiono chiusi in cella Howard the Duck, speravano di potergli fargli fare di più, e Stan Lee) e si sono impegnati sia nella realizzazione di una cosa terribile chiamata Bleck Fire che nelle spettacolari esplosioni utilizzando sia dinamite in quantità allarmante che la tecnologia sviluppata per ‘Gravity’ . Una conferenza davvero elettrizzante!

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Segue la conferenza sulla ‘Moction Capture 3D a fini educativi’. A tenerla sono Flávio Andaló e Milton Luiz Horn Vieira e consiste nell’illustrare come l’università Brasiliana dello stato di Santa Caterina sia riuscita a mettere su un corso annuale di laurea o postlaurea sulla Moction Capture in cui gli studenti possono imparare a usate la tecnica per fare i loro film potendo contare su numerose telecamere Vicon e attrezzatura all’avanguardia. Mostra alcuni corti fatti a fine corso e considerando che sono stati fatti da gente completamente digiuna di animazione in un solo anno bisogna dire che i risultati sono notevoli. Gli studenti imparano non solo fare personaggi che si muovono sul tracciato dei movimenti, ma a modificarne le dimensioni a seconda del personaggio. Ma sorge spontanea la domanda, ‘Dove vanno questi studenti dopo il corso?’ La risposta è che molti emigrano nell’America del nord, alcuni senza nemmeno finire il corto. Quelli che rimangono lavorano soprattutto per la pubblicità nei piccoli studi d’animazione che in Brasile stanno aprendo in questi ultimi anni.

View IMG_1403 copiaQuasi inaspettata la conferenza del dottor David Putrino sul ‘Not Impossible Labs’, tecnologie per il bene dell’umanità.

Il nostro conferenziere ha un passato nella riabilitazione motoria che lo ha portato a studiare le neuroscienze transazionali con lo scopo di fare le riabilitazioni motorie tramite videogiochi e realtà aumentata (lo scoprire quanto sia difficile fare un videogioco coinvolgente gli fa sperare che qualcuno degli esperti alla View voglia collaborare con lui). Ma è entrato a fare parte dell’associazione ‘Not Impossible Labs’ come volontario. Questo gruppo di gente in gamba è nato quando il suo fondatore, Mick Ebelig, scoprì che un suo vecchio amico Writer era ormai diventato paralitico a causa della SLA e non potendosi permettersi costosi macchinari per comunicare doveva indicare le lettere su una tabella con lo sguardo. Cercando una soluzione inventò gli ‘Eyewriter’. Un dispositivo che applicato a una montatura di occhiali permette di scrivere con gli occhi il tutto fatto con materiali economici. L’invenzione divenne un caso e entra nel novero delle grandi invenzioni.

Purtroppo la malattia peggiorò col tempo e così Ebelig cercava un sistema che permettesse di scrivere ramite impulsi cerebrali. Fu a quel punto che tramite un conoscente lui e David Putrino si conobbero e venne fuori il ‘Brain Writer’, che attualmente viene esposto in giro per il mondo in attesa di commercializzarlo (si vende ma il prezzo è minimo). Intanto un articolo aveva riportato il caso di un medico statunitense che nonostante la guerra in Sudan restava lì per curare i suoi malati. Tra questi un quattordicenne che aveva perduto le braccia come capita spesso in quel paese in guerra da decenni. Cercando una soluzione conobbero un tizio che avendo perso parte di una mano si era fatto una protesi stampandola con una stampante 3D e rendendo il progetto disponibile. Così tutti insieme hanno studiato delle protesi che potessero essere stampate e assemblate e poi hanno portato tutto in Sudan dove dopo il ragazzino molti altri hanno potuto stamparsi una protesi. La cosa si sta diffondendo nel mondo e altre associazioni sono sorte con scopi simili iniziando a collaborare tra di loro condividendo idee e soluzioni. Tutte cose possibili adesso grazie alla tecnologia sempre più alla portata di tutti.

Oltre a questo ci sono nuovi progetti che l’associazione supporta e sono fatte con l’idea di aiutare una persona per aiutare anche tutti gli altri.

Inutile dire che gli appalusi sono stati lunghi e calorosi.

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La conferenza successiva la fa Francesco Giordana. Torinese che lavora per la Double Negative VFX e ha curato le pellicce degli animali nel film Paramount ‘Hercules’. Per realizzare un effetto convincente hanno dovuto scrivere un programma apposta che hanno chiamato ‘Furball’ e permette di gestire centinaia di peli dando un effetto credibile al manto dorato del leone sia al pelo del cinghiale. Ma tra tutti gli animali fatti sembra che quelli più difficili siano stati i tre lupi che dovevano essere più realistici ma anche apparire feroci e diversi l’uno dall’altro.

View IMG_1413Altra conferenza attesa è quella del pluripremiato David Schaub. Che dopo avere presentato ‘The Amazing Spider Man’ due anni fa oggi è tornato per parlare del seguito.

In questo film ha potuto finalmente applicare le leggi della fisica reale al super eroe. La cosa non accade spesso perché i registi preferiscono fare scene spettacolari senza curarsi che queste possano essere plausibili. Invece in questo film si è tenuto conto di come dovrebbe reagire nella realtà un corpo che si libra nell’aria spiccando salti o come si possano muovere i vari cattivi. Hanno fatto molti studi dal vero filmando acrobati e atleti, ma hanno evitato la Motion Capture poiché sostiene che da sempre dei problemi di editing.

Le pose le hanno copiate dal fumetto e rese possibili grazie alla tecnologia Sony. Anche in questo film hanno usato la speciale camera a spalla virtuale usata in ‘Surf Up’ per fare “riprendere” la scena da un operatore dando così alla camera un movimento umano completamente nuovo.

Dopo tutto questo sfoggio di studi e tecnologie (David Schaub terrà un Workshop sulla ‘Fisica per animatori’ domani dalle 11:15 alle 15.15 dove spiegherà tutte le sue scoperte)non posso fare a meno di notare quanto sembri tragica la vicenda che il film racconta.

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Chiude la giornata la conferenza di Keith Miller, anche lui pluripremiato mago della CGI, che parla di tutto il lavoro fatto per l’ultimo film della serie ‘Il pianeta delle scimmie’.

Un film dove si è usata la Motion Capture adattando poi il fisico degli attori a quello dei gorilla usando anche i dati medici dello zoo per essere il più realistici possibile.

Sempre per questo motivo lo studio è stato reso mobile e si è girato molto in ambienti esterni come foreste disponendo le cineprese nell’area di ripresa e trovando diversi espedienti per difenderle dall’umidità.

Il risultato finale fa quasi paura tanto è reale e sicuramente volevano questo.