14 Ottobre 2014 02:51

View conference2014. Inizio

1 View web-960x350A Torino, nel centro congressi Torino Incontra ha avuto inizio la quindicesima edizione della View Conference. E da subito si è in grande imbarazzo su cosa scegliere di seguire. Chi scrive opta di andare nella sala Giolitti a seguire il Workshop di Marcelo Vignali dal titolo ‘Storytelling per il linguaggio visivo’.

View IMG_1314Vignali inizia a raccontare partendo dal primo film animato che lo colpì da bambino, ‘Fantasia’. Le emozioni che provò furono tali che decise di imparare tutto sull’animazione. Quando anni dopo iniziò a lavorare per la Disney pensò che lui era stato ispirato da loro adesso lui aveva la responsabilità di fare cose altrettanto grandi da poter ispirare gli altri.

Lì ha capito che esistono diversi tipi di Port folio per ogni tipo di immagine. Nei videogiochi spesso Basta che tutto sia fico e quando lui lavorò nel campo tutto andava bene basta che fosse cool. Ma in animazione lui vuole due cose. Che le immagini raccontino la Storia dicendo dove accade, a chi è a che punto del racconto essa sia. Spesso questa capacità narrativa non è affatto collegata all’abilità nel disegno. Ma si può imparare come fare.

Ci sono due linguaggi visivi. Quello che ha già il pubblico e quello che inventi apposta per il film che devi fare. Per spiegarsi mostra una pittura rupestre dove sono rappresentati due personaggi fatti in modo tale che si riesce a capire facilmente il loro ruolo e cosa succede.

Quando nasciamo vediamo tutte le cose vicine e impariamo a conoscere il mondo così e il trucco sta nel riuscire a ricreare la stessa sensazione di intimità nel film per le scene affettive. A tre anni si vuole toccare tutto e scopriamo che un bicchiere rotto è pericoloso perché i genitori si spaventano se lo vogliamo toccare e allo stesso modo scopriamo la pericolosità dei ragni. Quando si Inizia andare in bici si scopre che la Strada è dura e fa male. Queste immagini ci restano in mente è permettono di poter sfruttate cose che ricordano vetri rotti danno senso di pericolo. Con i ragni di paura, rocce e superfici dure dolore. Anche le immagini astratte sono in grado di dare sensazioni simili sfruttando la Forma cinetica.

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Da ricordare anche le due traduttrici.

Mostrando una serie di linee di diversa intensità e angolazione Vignale spiega cosa intende e mostra come usare le stesse intensità per costruire lo “scheletro” di un’immagine. Così linee verticali distanziate danno il senso di ordine o solennità, le curve di caos o vitalità ecc. Mostra esempi tratti da celebri film come il classico Frankenstain e di come venissero usati vari trucchi per sottolineare  la mostruosità o l’ingenuità a seconda delle situazioni tramite paesaggi e angolazioni e come in King Kong la scena della lotta con gli pterodattili sia stata ripetuta nel finale con gli aerei sfruttando una cosa già appresa dal pubblico. O di come ne ‘Lo squalo’ si passi da immagini in primo piano molto intime per vicinanza e calore alle scene distanti e fredde dove compare lo squalo. In ‘Guerre stellari’ la differenza è nel fatto che l’ordine è il male mentre i buoni appaiono molto più disordinati. Applicando tutto ciò al film ‘Surf Up’ si parte dal mondo polare visto come pieno di linee rette e ghiacciai franati per fare capire quanto quel mondo sia ostile e si finisce nella Jungla piena si curva e di vitalità. 

Mostra esempi di vie di mezzo tra azione e calma fatti per ‘Atlantis’ e ‘Lilo &Stitch’ dove aveva fatto disegni sul mondo a altezza di Bambina. Tutti quei disegni partono da studi in linee di forza che sono serviti per dare l’importanza giusta a oggetti e spazi.

L’invenzione di un linguaggio personale è stata fatta in Hotel Transilvania.Lì hanno costruito il mondo di Dracula.

Un mondo senza orizzonte, quindi spazioso, ma circondato dalle montagne opprimenti. Ha studiato tutti i particolari di paesaggio e oggetti che poi sono diventate schede con le varie istruzioni sui movimenti macchina e inviate agli storyborder. Mostra un disegno della prima versione della storia (che ricordiamo ebbe una storia travagliata e cambiò tre registi e tre trame). Dove Mavis non era una vampira ma una bambina umana Adottata da Dracula (o sua figlia ma umana, fortuna che la storia è finita nelle mani di Genndy Tartakovsky) e fa notare l’importanza dell’arredamento della stanza senza giochi e che la Luce  copre solo lei ma non il padre e che Il libro che lui le sta leggendo sia a metà tra L’ombra e la luce come un ponte tra i due.

Parla dello studio dei personaggi per i film Sony. Per ‘Surf Up’ ha dovuto fare i conti con il dover rendere i pinguini distinguibili e per questo si è inventato i diversi piumaggio. Per Boog&Elliot tutti gli dicevano di fare un orso possente e classico. Ma considerando il fatto che il personaggio non era un orso selvatico ma domestico ha deciso di fargli le manine sottili e delicate e per lo stesso motivo gli ha dato un fisico da persona sedentaria che passa la vita davanti a un PC. L’idea piacque a tutti.

Domanda: Come parte la ricerca delle nella pre-produzione? Quando lavorava Alla Disney gli telefonano e ricevere tutte le informazioni sul film via telefono. Allora iniziava subito a disegnare la sua prima impressione. Il suo modo di fare lo consiglia tutti perché la prima impressione è quella che più conta. Anche quando legge Un trama prende degli appunti disegnando subito quello che gli ispira. Quindi si deve partire con una propria idea e poi mettersi a documentaria.

Altra domanda: Quale è stato il personaggio più difficile? Racconta che ‘Hotel Transylvania’ è stato difficile perché per i problemi alla regia non si sapeva come fossero i personaggi e per poter lavorare a un personaggio deve sentirlo vero. E alla fine ha dovuto inventarsi lui la storia dei personaggi che comparivano a ogni nuova pensata dei registi.

Ultima domanda: quando è come rompere queste regole? Fa un esempio con ParaNorman. Gli zombie erano fatti in modo da sembrare i cattivi mentre in realtà poi si scoprirà che sono solo patetici. Un espediente per stupire lo spettatore.

Ringrazia calorosamente il pubblico e resta ancora a lungo a parlare con alcuno studenti d’animazione e non che vogliono chiedergli tante cose.View IMG_1322Un’altra conferenza che si è svolta oggi è stata quella si Gennaro Esposito (co-fondatore dello studio PARADIGM404) sull’uso del programma ‘Modo 801’ intitolata ‘Modeling Mech’. Spiega come usare il programma che sta rivoluzionando l’ambiente dei videogiochi grazie alla maggiore praticità, facilità e agilità rispetto a softwere molto più noti e costosi (Maya). E sentendolo parare facendo continui confronti tra i pochi “clic” necessari per fare qualcosa in questo programma e sentendo la conferma da chi era venuto a apprendere da lui non si può dubitare che abbia ragione e che ‘Modo 801’ possa essere largamente usato sia per l’animazione che per l’industria e l’architettura.

Durante la lezione parla anche di un corso della durata di cinque mesi che organizza la PARADIGM404 e che partendo dal disegno a mano arriva fino all’illustrazione digitale di alto livello. I corsi saranno fatti da esperti di fama internazionale, chi si iscrive potrà usare il loro dormitorio e il tutto costerà tremila euro alloggio compreso. La cosa è molto seria e dato che corsi analoghi, se non fatti peggio o più corti, costano almeno il doppio è doveroso dare la notizia.

Alle 14 ci sarebbe dovuta tenere la conferenza di Lucia Modesto della Dreamworks Sulla costruzione dei personaggi per l’animazione CGI. Una bella conferenza già fatta l’ anno scorso ma che quest’anno è saltata perché non si è raggiunto il numero minimo di iscritti. Peccato, era un bel corso dove si costruivano i modellini articolabili per la CGI manualmente e con fil di ferro e perline (anche se non alla Conference il corso è stato fatto con alcune classi delle elementari). Così attendiamo l’inizio del Workshop sullo Storytelling visivo di Kris Pearn, storyborder e co-regista di ‘Piovono polpette 1e2’ alle 17:00.

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Ha senso no? (frase ripetuta di continuo)

Nonostante l’aereo arrivi in ritardo da Londra (Pearn sta attualmente lavorando alla Aardman per ‘Shaun the Sheep’) e la conferenza inizi così un’ora dopo Kris Pearn non perde tempo e con la carica già mostrata l’anno scorso durante la presentazione di ‘Piovono polpette 2’ parte a parlare di come si faccia uno ‘Storyrtelling visivo’. Fin da quando era bambino amava il cinema d’animazione, e questo per chi è nato in una fattoria canadese può avere conseguenze spiacevoli con famiglia e compagni di scuola. Negli USA ha studiato arte e nonostante tecnicamente non sapesse nulla d’animazione ha iniziato a lavorare nel settore in modo marginale. Tornato in Canada ha scoperto che esistevano gli Storyboard e ha iniziato a farli e ancora prosegue perché ama disegnare e ama l’animazione.

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PFIUU, BANG! SKREEEETCHHHH……

Nei film la cosa più importante è il tempo, dice, e per mostrarlo inizia una strepitosa lettura dei rumori di una scena di ‘Piovono polpette’ lasciando scorrere i suoi disegni dietro. Mostra uno story promozionale del film mai realizzato perché poi giudicato un po’troppo spaventoso commentando anche questo.

Come Vigniali ribadisce l’importanza del conoscere perfettamente il carattere dei personaggi per capire come renderli credibili e mostra un altro filmato ma dal film Boog&Elliot. La parte dove l’orso entra in casa del cacciatore viene commentata anche nelle parti poi tagliate e forse sentirla raccontare da Pearn è quasi più divertente di vederla nel film.  

Per spiegare il suo modo di lavorare inizia a fare disegni usando la tavoletta grafica e con un’abilità meravigliosa mostra facilmente come il modo di piazzare la camera riesca a dare a un’immagine significati particolari inquadrando il personaggio in modo ravvicinato dall’alto, dal basso, di sbieco si ottengono emozioni diverse e utili in varie momenti della narrazione e per generare empatia. Per mostrare un’applicazione pratica mostra parti di ‘C’era una volta il West’ spiegando come tutto ciò che si deve sapere sul carattere dei personaggi venga mostrato nei primi dieci minuti del film grazie al modo di inquadrarli e disporli oltre al comportamento. E raccomanda sempre di vedere cosa stanno guardando i personaggi se si vuole capire chi sono.

Dopo aver parlato del lavoro fatto per la Aarman con ‘Arthur Christmas’ dice che fare un film significa anche fare dei tagli allo storyboard sia per motivi economici che per stare nei minuti previsti.

Inizialmente avevano pensato a un’apertura spettacolare per ‘Piovono polpette’. Ma per quanto bella confondeva le idee e costava troppo. In realtà l’intero film è stato ridotto di molte idee divertenti che lo allungavano enormemente e mostrando lo storyboard vediamo che al principio i protagonisti erano dei bambini. Ma questa nella sequenza mostrata era l’unica differenza tra film e storyboard.

Attualmente Pearn oltre al citato film della Aardman stà lavorando a un progetto di cui non può parlare. Pensa che questi ultimi anni siano un periodo incredibile per l’animazione e che non solo siano cambiate possibilità delle angolazioni e aumentata l’abilità di chi fa film. Ma anche i temi si sono evoluti facendo storie incredibili che in passato non sarebbero mai state proposte. E come esempio cita i film della LAIKA ‘Paranorman’ e ‘Boxtrols’, che lo hanno sorpreso enormemente.View IMG_1346

Purtroppo l’incontro finisce qui. E per la prima giornata questo è tutto ciò che ho potuto seguire, ma è meno della metà di quello che c’è stato.