7 Ottobre 2014 10:32

Sentinelle … alzate gli occhi, per favore

Il grandissimo inganno delle politiche Lgbt, portato avanti da una lobby piccola ma potente, alimenta la presunta contrapposizione fra omosessuali ed eterosessuali. Non esistono un “voi” e un “noi” che si combattono. Questa lobby si arroga il diritto di parlare a nome di tutte le persone omosessuali o transessuali. Non sanno che molte di loro vegliano nelle piazze e sono Sentinelle.” (Portavoce del Movimento delle Sentinelle in Piedi, su Repubblica del 7 ottobre 2014)

Belle parole. Sarebbe bello però risentirle in una effettiva condizione di pari diritti fra cittadini, dato che purtroppo le differenze tra “noi” e “voi” esistono, eccome!

Altrimenti continueranno a sembrare null’altro che una versione edulcorata e ‘diplomatica’ dei consueti pregiudizi omofobici, nel senso proprio dell’eterna paura di veder assurgere al proprio livello di accettabilità sociale (e di privilegi, ormai sempre più precari) categorie che nella migliore delle ipotesi si preferirebbe continuare a compatire e relegare nella cesta degli ‘sventurati’ da ‘tollerare’ con ‘cristiana misericordia’.

Vegliamo per la libertà di espressione  – la vostra, non certo quella altrui dato che manifestate affinché venga negato un diritto a degli altri cittadini, e per mantenere uno status quo –  e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione di uomo e donna – giustappunto, voi vorreste imporre un punto di vista unilaterale all’intera società, spacciandovi per difensori dell’abusato e sempre più ambiguo termine ‘libertà d’espressione‘, occupando spazi pubblici e bollando ogni reazione contraria – fermo restando che quelle ottusamente violente sono stupide e controproducenti – come attacchi intolleranti al vostro diritto di manifestare … – ma pensiamoci bene: chi è la vera lobby? Chi contrabbanda tuttora come ‘sani’ i propri valori sui media, approfittando dell’influenza di associazioni e gruppi di opinione che condizionano continuamente la programmazione televisiva e financo quella scolastica, che mobilita talvolta con inusitata ferocia i propri membri anche solo per negare la possibilità di vedere di persona un evento giudicandolo in partenza ‘diseducativo e dannoso’, impedendo di fatto che ci si possa formare un’opinione obiettiva sull’argomento? Chi davvero sollecita la ‘separazione’ fra “noi” e “voi”? Chi continua a basare la rispettabilità e il diritto all’esistenza sociale esclusivamente sull’inclinazione sessuale?

Oserei dire che  è molto comodo fare i perseguitati mentre si ha la frusta dalla parte del manico, davvero.

Parlerò a nome mio, e di nessun altro (come invece sento fare troppo spesso da chi si arroga il diritto di rappresentare l’opinione pubblica): NON reputo un rischio per la società civile concedere eguali diritti e opportunità ai cittadini, a prescindere dalle loro convinzioni religiose e orientamento sessuale, a patto che essi mostrino di meritarli con le loro azioni e comportamenti; NON reputo dannoso, anzi, che nelle scuole si insegni ai bambini la meravigliosa varietà della Natura, anche in campo sessuale, in modo che abbiano gli strumenti per capire se stessi, per non vergognarsi di ciò che sentono di essere e, soprattutto, per aiutarli a difendersi da quanti, proprio sfruttandone l’ignoranza e la paura, proveranno a traviarli assai di più di quanto potrebbe la lettura di un libro che parla di amore ‘gay’; NON ritengo che tutte le persone LGBT siano fantastiche, evitiamo questa retorica del ‘buon selvaggio’: essendo esseri umani, fra loro ci saranno una quantità di individui antipatici, egoisti, cattivi, financo dei delinquenti, del tutto inadatti a prendersi cura di figli adottivi o nati da inseminazione artificiale … esattamente come fra noi ‘etero’.

Quanto ai rappresentanti ‘gay’, ‘lesbo’ e ‘trans’ nelle file delle ‘Sentinelle’, il concetto vale anche per loro: siete liberi di non utilizzarlo mai, ma anche a voi converrebbe fare affidamento su un diritto riconosciuto piuttosto che sulla ondivaga ‘comprensione’ dei vostri (momentanei) compagni di ‘sit-in’. Perché le idee possono cambiare, come la vita, ed è sempre meglio poter contare su qualcosa di concreto per non ritrovarsi troppo soli fra le grinfie di una società che sa essere spaventosa, quando vuole.

Parliamoci chiaro: estendere un diritto ad altri non  significa portarlo via a chi già ne beneficiava. Ho il forte sospetto che dietro tutte le chiacchiere sulla “tutela delle minoranza debole e silente che non può esprimersi, ovvero i bambini” (cui non viene comunque chiesto un parere, tanto non sanno esprimersi!) vi siano, comme toujours, le solite questioni economiche: insomma, dati i recenti chiari di luna, si teme che apparecchiando per troppi alla fine non resti più da mangiare per tutti.

I diritti degli omosessuali non debbono negare i diritti degli altri. Per questo non accetto che a insegnare l’educazione sessuale nelle scuole siano i rappresentanti delle lobby gay e lesbiche … ” – e come li riconosci, dalla spilletta sul petto? Siamo seri, con questo principio dovremmo avere paura anche che ogni insegnante di religione maschio-etero insidi le alunne (impossibile!) o imponga una mentalità machista e vetero-maschilista in classe (sarebbe forse meno grave?!), e dunque affidarne il compito soltanto a esponenti del clero, votati alla castità … ehi, ma forse è proprio questo che vorreste, giusto?! Non male come pensata. Peccato che la cronaca recente faccia traballare anche questa teoria.

“… noi difendiamo la tradizione e c’è invece chi dice che la sessualità è una scelta, come se fosse un’opinione” – già, non equipariamola alla ‘libertà di espressione’ se no si rischia di andare in contraddizione con se stessi, e non sia mai! No, no, la sessualità, quella ‘sana’, è un incontrovertibile dato naturale, punto e basta – “Papà e mamma per loro non esistono più, ci sono soltanto il genitore 1 e il genitore 2. … ” – ma, benedetti, credete davvero che sia il testo redatto in burocratichese di un decreto legge a decidere come un figlio chiamerà i propri genitori? “papà-mamma“, come tutto il resto, non sono che convenzioni terminologiche che usiamo per rendere possibile la comunicazione: saranno soltanto l’affetto, il rispetto e la fiducia che sapremo conquistarci a fare di noi dei ‘veri’ genitori, non un qualche ‘diritto naturale’ imposto dall’alto.

Provate dunque a domandarvi DAVVERO che cosa sia importante, alzando lo sguardo dal vostro ombelico.

Ciò che io vorrei, anzi esigo, da una società che si autodefinisce laica e moderna, è che tutti si possa partire con le stesse possibilità e senza aprioristiche discriminazioni. Dimostrare di essere ‘adeguati’ coi fatti, non con le ideologie.

Ne siamo ben lontani, lo so, ma è verso questo orizzonte che preferisco tendere … piuttosto che abbassare lo sguardo su un libro che ormai non ha più niente da insegnarmi.

(eric rittatore. – Le dichiarazioni virgolettate sono tratte dal medesimo articolo citato in testa)

Mcfadden-03-30-14

 

3 risposte a “Sentinelle … alzate gli occhi, per favore”

  1. Dissento completamente con il “messaggio” che le Sentinelle vogliono dare, e non ci vedo proprio la tanto conclamata tutela della libertà d’espressione e dei diritti di chi non può esprimersi, anzi. Certo, come tutti hanno il diritto di esprimere le proprie idee e opinioni, ma …per favore, che tolgano di mezzo i libri. Questi sono strumenti di conoscenza e di apertura verso il mondo, non di chiusura e arroccamento su posizioni rigide; inducono a riflettere e a porsi domande e dubbi; spingono a mettersi in discussione. Non mi sembra il caso delle Sentinelle

  2. Perché una cosa così chiara e semplice non viene compresa da tutti ma attaccata?
    Non capirò mai la gente.

    1. Perché la realtà non è uguale per tutti. E non si tratta di ‘far smettere’ le Sentinelle perché noi la pensiamo in un altro modo, ma di portare avanti la discussione in modo razionale, affinché al di là dei preconcetti urlati o del mutismo pregiudiziale, si possa capire che un diritto è tale per tutti, non è una minaccia per qualcuno (a meno che non si abbiano interessi particolari, ma questo è un altro discorso).

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