18 Luglio 2014 11:07

Elpidio Valdés: el Alma de Cuba

Annunciando l’uscita del primo lungometraggio in 3D realizzato a Cuba, ‘Meñique y el espejo mágico’, avevo citato ‘Vampires in Havana’ (Vampiri a L’Avana), un film in animazione tradizionale del 1985 cui il regista Ernesto Padròn prese parte in veste di sceneggiatore e character-designer.

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Ebbene, a dirigere questa buffa ‘dark-comedy per adulti’ (che ricorda non poco lo stile di Bruno Bozzetto), in breve tempo divenuta un piccolo ‘oggetto di culto’ per appassionati, troviamo Juan Padròn, fratello di Ernesto ma soprattutto uno dei Maestri riconosciuti dell’animazione cubana nonché il ‘papà’ di Elpidio Valdés, vero e proprio baluardo dell’orgoglio nazionale e “patriota senza paragoni“, come lo definisce la canzone a lui dedicata dal musicista Silvio Rodríguez.

 

Elpidio è un colonnello mambì (termine che trae origine dal dialetto bantù dell’Africa, veniva usato dagli spagnoli in Haiti per qualificare i creoli che rifiutavano di sottomettersi ed assoggettarsi, assumendo così il sinonimo di rivoltosi e banditi dichiarati verso la legge costituita. Quando la Spagna si vide costretta ad andarsene , causa rivoluzione haitiana, numerosi militari vennero trasferiti a Cuba dove continuarono ad usare, in forma spregiativa, il termine mambì per (s)qualificare i patrioti cubani che lottavano per l’indipendenza. L’eroismo che questi dimostrarono fu tale che lo spregevole nomignolo si tramutò nell’eroico appellativo utilizzato ai giorni nostri, n.d.r.) che, prima da solo e poi insieme alla fedele compagna Maria Silvia (e al loro figlioletto), si batte senza tregua per la liberazione di Cuba dalla dominazione spagnola (siamo alla fine del 1800), al comando di uno squadrone di cavalleria in difesa dei contadini locali schiavizzati dagli occupanti. Il suo  nome è un omaggio a Cecilia Valdés, protagonista di un noto romanzo di Cirilo Villaverde, e la sua indomita personalità vorrebbe sintetizzare i caratteri tipici dell’anima cubana (amore per il caffè misto compreso!) risultando un modello di riferimento forte per la gioventù dell’Isola. Nato nel 1970, in forma di fumetto, dal ’74 divenne a tutti gli effetti un ‘eroe di cartone’ del cinema e della TV.

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Naturalmente, un tale simbolo dell’identità nazionale non poteva non esporsi alle parodie, e nemmeno al sarcasmo dei movimenti di opposizione al governo castrista in carica: Elpidio è stato di recente ritratto a bordo di una zattera in fuga verso Miami, come un dissidente qualsiasi.

Ma abbandonare il proprio Paese non sembra essere nel DNA di questo irriducibile combattente, che quando non brandisce il fucile affronta lo straniero invasore a suon di musica, strimpellando la chitarra e minacciando in rima chiunque osi profanare la sua Terra.

Come ammoniva anni fa lo scrittore argentino-cileno Vladimiro Ariel Dorfman nel suo ‘Come leggere Paperino: ideologia e politica nel mondo di Disney’, anche negli apparentemente amichevoli e innocui personaggi dei cartoni animati USA si possono nascondere i germi dell’imperialismo occidentale: Elpidio Valdés è a tal proposito un efficace anticorpo endogeno che da quarant’anni evita l’assimilazione culturale dell’infanzia e della gioventù cubana.

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Ma il successo non passa mai inosservato: Juan Padròn, 68 anni, è stato invitato a Francoforte perché gli instancabili neo-campioni del Mondo tedeschi vorrebbero esplorare le alternative allo strapotere disneiano: quale modello migliore dell’irriducibile Elpidio, perenne baluardo contro l’invasione del Topo Capitalista? Senza contare che il nostro è uscito indenne pure dallo scontro apparentemente impari con le ‘truppe cammellate’ di Cartoon Network, confermando che il corazòn caraibico batte ancora, e sempre, per il suo eroe.

“VAMOS A ANIMAR, COMPANEROS!!!”