8 Luglio 2014 20:55

THE ‘CLARENCEGATE’: parliamone

 

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Mi permetto di riprendere la notizia segnalata dal collega Aladar nel suo ultimo post su Afnews, tentando di ricavarne alcune considerazioni.

Tralasciando le cosiddette ‘voci’ brulicanti nel web, spesso fuorvianti e non di rado aduse a scivolare fuori argomento, ho deciso di concentrare la mia attenzione su quanto viene riportato nel post di Cartoon Brew a firma Amid Amidi, malgrado le tante polemiche che esso ha scatenato a prescindere dalla gravità dei fatti accaduti; a differenza di Aladar, infatti, io non considero illegittimo, se motivato, citare il nome dei protagonisti e le loro dichiarazioni e ritengo che la vicenda in  questione, dal momento in cui è stata consegnata dai medesimi al pubblico dibattito tramite i social networks, non possa più pretendere di considerarsi un fatto privato da mantenere in una ristretta cerchia di amici, parenti o simpatizzanti … anche perché, come riconosce la stessa vittima coinvolta, non è con la discrezione che si impedirà che certi abusi si ripetano. Non è comunque l’aneddoto scabroso in sé che mi ha spinto a scriverne, quanto piuttosto il sospetto che la vicenda abbia contribuito a svelare inquietanti scenari in merito a realtà spesso ritenute idilliache come, in questo caso, gli studios di animazione.

Dato però che la scelta è stata mia, e considerando l’invito a non linkare l’articolo di Cartoon Brew da parte di quella che allo stato attuale delle cose è da considerarsi le parte lesa della vicenda, non mi pare giusto utilizzare lo spazio concessomi su AfNews per esprimere opinioni che restano del tutto personali e di cui mi assumo l’intera responsabilità: se vi interessa, dunque, potrete andare a leggerle sul nostro blog.