13 Giugno 2014 09:59

Il corto che piace

Dopo ben due sessioni di cortometraggi quasi consecutive, sono giunta ad alcune conclusioni:
1) I cortometraggi stanno ai lungometraggi come twitter sta alle e-mail, ossia sono un concentrato di idee/ emozioni / storia / tecnica, naturalmente con esiti variabili
2) quando colgono nel segno, sono come un brillante al collo di una donna, attirano lo sguardo

Sistemate le mie divagazioni filosofiche, passo a segnalare alcuni dei cortometraggi in concorso che nel bene o nel male mi hanno colpito, anche se mi piange il cuore per tutti quelli che tralascio, che sono tanti e altrettanto interessanti: chiedo venia da subito.

11365 (Gran Bretagna, 6 mn e 53 s, registi Greg e Myles McLeod, tecnica usata disegno su carta / 2D): un’immagine per ogni giorno dei 12 mesi dell’anno. Il ritmo veloce con cui scorrono le immagini non lascia quasi il tempo di goderle … è cosi’ anche nella nostra vita? Il tempo ci scivola veramente cosi’ fra le dita?

20142208[1]HISTOIRES DE BUS (Canada, 10 mn e 40 s, regista Tali): un corto delizioso. Con un tratto buffo e spiritoso Tali racconta la storia di una ragazza che vuole guidare un bus, e ci riesce, diventa l’autista di uno scuolabus. L’ambientazione rurale e bucolica non impedisce che faccia incontri di ogni tipo, dal bambinetto che va a scuola, all’adolescente scontroso e maleducato, all’anziano, e cosi’ via, una sequenza di umanità varia con cui lei si deve confrontare. Il rapporto più difficile pero’ resta quello con il padrone del bus, detto “Killer” un tipaccio rozzo e antipatico che alla fine avrà quell che si merita. Una goccia di cinica ironia condisce il tutto. Promosso!

20141059[1]BEAUTY (Italia, 9 mn e 49 s, regista Rino Stefano Tagliafierro): ecco finalmente un corto italiano in concorso che è stato anche molto applaudito dal pubblico in sala. Il giovane regista Rino Stefano Tagliafierro utilizza ed anima sfondi e figure di grandi opere d’arte (la lista dei crediti artistici nei titoli di coda è lunghissima e conta Tiziano Vecellio, Michelangelo Merisi, Vermeer, moltissimi preraffaelliti) per ricreare scene di ineffabile bellezza che degrada man mano in situazioni di malattia e morte. Accompagna lo scorrere delle immagini una colonna sonora perlopiù di musica classica, che sottolinea fortemente il sentimento di caducità della bellezza e delle cose in generale. E’ scattato subito un parallelismo con La grande bellezza vincitrice dell’ultimo Oscar per il miglior film straniero, che comunque è stato realizzato successivamente.

20140592[1]HASTA SANTIAGO (Francia e Svizzera, 12 mn e 45 s, regista Mauro Carraro, tecnica usata 2D/3D): Mauro Carraro parte da Arles e arriva non solo a Santiago de Compostela, ma fino all’Oceano. Lo spinge il fatto che camminare gli piace, lo fa stare bene. Altri invece intraprendono il cammino per motivi diversi, fede, sport, turismo, un amore perduto… Nelle sue tappe ne incontra parecchi, ne condivide i passi se non le modalità (certo non quelle della coppia iperattrezzata con tutine, scarpe da corsa, bastoncini, cardiofrequenzimetro e altro ancora) e le storie; vede luoghi di ogni tipo, grandi cattedrali fresche e silenziose, pianure assolate senza un filo di ombra, cittadine color pastello. Un viaggio nell’umanità ancor prima che nello spazio: chi è stato sul Cammino puo’ capire cosa intendo.

20140275[1]LA MAISON DE POUSSIERE (Francia, 11 mn e 35 s, regista Jean-Claude Rozec, tecnica usata decoupage / 2D): una storia bellissima e straziante. Un’anziana signora è costretta a sgomberare l’appartamento dove ha vissuto tutta la sua vita, momenti felici che ora le macchine d’acciaio le stanno divorando pezzo a pezzo. Nottetempo, credendo di aver visto dei bambini intrufolarsi nel cantiere, vi entra lei stessa per indurli ad uscire: partirà cosi’ per un viaggio fra i ricordi e le persone amate che avrà un esito inaspettato e crudele.

20142206[2]PILOTS ON THE WAY HOME (Estonia, Canada, 16 mn e 6 s, registi Olga e Priit Parn, tecnica usata 2D): trama molto semplice, animazione bellissima usando la sabbia, scene particolari… Tre piloti, ciascuno carico di una valigia, vagano nel deserto, cercando di ritornare a casa dopo la perdita del loro aereo: la stanchezza, l’arsura, la solitudine, fanno si’ che cadano preda delle loro fantasie, le vere protagoniste di questo corto ed elemento di tensione che corre per tutta la proiezione. Si tratta di scene erotiche ritratte con precisione scientifica direttamente dal Kamasutra e dai Shunga giapponesi, che si rincorrono una dopo l’altra, imprigionando i tre piloti in una rete di sogni che li sosterra’ fino al tanto sospirato ritorno. Dissacrante, onirico, satirico, offre sicuramente dei buoni spunti di conversazione col proprio partner…