10 Giugno 2014 18:13

Annecy. Ingraniamo la marcia!

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E come ogni anno rieccoci al festival d’animazione di Annecy  sempre fermo nella sua volontà di offrire il meglio della produzione mondiale.

 

Per questa edizione afNews può contare su tre inviati pronti a seguire tutto ciò che è stato possibile prenotare e a tentare di imbucarsi in quello in cui proprio non c’è stato verso di procurarsi i biglietti.

 

Dopo anni di festival sotto la pioggia o comunque umidi il sole estivo ha sciolto ogni paura agli appassionati giunti in numero impressionante e decisi a vivere il festival fino all’estremo.

 

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Intervista a Thomas Szabo. Regista di Minuscule.

Dopo una serie di problemi tecnici  dovuti al sovraccarico del sito, non ancora del tutto risolti,(per non parlare dei problemi nelle proiezioni, quest’inizio è decisamente problematico) alle 10:30 di lunedì sei giugno sono iniziate le proiezioni partendo subito con un grande film. ‘Minuscule_La Vallèe des fourmis perdues’ dove nello stile irriverente della serie animata famosa anche da noi si racconta la leggenda di una piccola coccinella che riuscì a sconfiggere un esercito di formiche rosse. Le riprese dal vero di boschi, rive e valli girate in qualità HD unite a un ottimo uso della stereoscopia e a una storia simpatica incantano. In particolare a volte si vorrebbe che la camera si fermasse di più su un paesaggio, ma la storia vola veloce come un insetto e l’assedio delle formiche rosse al formicaio delle formiche nere con attacchi fatti usando fionde e pigne è tanto epico da ricordare i migliori fantasy degli ultimi anni.

 

 I lungometraggi in concorso sono tanti e di vario tipo. Chi scrive ha visto ‘Lisa limone e Maroc Orange. un lungometraggio estone e chi conosce l’animazione sa quanto possa essere strana quella fatta in Estonia. Ma una storia simile non la si aspetta per niente.

 

Il film è fatto a pupazzi animati, è strutturato come un’opera lirica, tutti i dialoghi sono cantati e ogni personaggio ha la testa di frutta o verdura. Inizia con un Pomodoro che esce da dietro le tende del teatro (e subito si pensa a ‘I pagliacci’) annunciando che non racconteranno ‘Le avventure di cipollino’ ( lo dice con tanto di libro del Rodari in mano!) ma la storia d’amore di Maroc Orange e Lisa Limone.

 

Maroc è un giovane profugo scappato dal paese delle arance (che cantano tutte in francese) dilaniato da guerra e povertà. Unico arrivato vivo nel paese della speranza viene: investito, messo in un tritura pomodori da cui  viene salvato ma lo picchiano, incarcerano e infine viene costretto a cogliere pomodori insieme a altri connazionali schiavizzati.

 

Lisa limone è la figlia del proprietario della fabbrica di salsa di pomodoro. È una ragazza un po’ viziata, sognatrice  e in cerca dell’amore. Lei e tutti i limoni cantano in italiano. A fare incontrate i due ci pensa la conchiglia\cappello di Maroc (che canta in inglese). E la storia continua con rivolte di lavoratori che non si capisce se sono reali o sogni e altre strane situazioni grottesche che portano a un finale decisamente sarcastico molto estone (chi scrive adora il loro cinema d’animazione) con tanto di filmati dei barconi nord africani bloccati sulla ‘strada’ per l’Italia.

 

Decisamente interessante e a essere cattivi gli si può rimproverare la dizione italiana non sempre perfetta e i testi con strani refusi. La totale indifferenza dei limoni alla sofferenza delle arance è tristemente reale e l’aver fatto il film in stop motion riesce a rendere tutto più strano e grottesco.

 

Ma eccoci alla prima proiezione del lungometraggio in concorso ‘Cheatin’ (qui’ ‘Les amants èlectriques’, ma il titolo ha senso) del grande autore statunitense Bill Plympton.

 

La storia racconta di Ella e Jake, che dopo essersi incontrati hanno ‘la scintilla’, si innamorano perdutamente l’una dell’altro e si sposano felicissimi e innamorati. Ma questo amore viene ostacolato da una donna incapricciata di Jake che lo inganna convincendolo del tradimento di Ella. Questo porta Jake alla disperazione e per vendetta a  tradire Ella con tutte. Lei scopertolo ingaggia un pericoloso individuo ( il marito della donna che ha ingannato Jake) per assassinarlo.

 

E l’incredibile invenzione del mago ‘El Merto’, in grado di travasare lo spirito da un corpo all’altro, più un vendicativo generale che odia il mago e tante scariche elettriche rendno tutto più strano.

 

Un film incredibile e bellissimo da vedere. Plympton ha realizzato il film che diceva da anni e non delude per niente. Ogni inquadratura è particolare e studiata per essere indimenticabile. Inoltre ha abbandonato la perfezione anatomica dei precedenti lavori per fare una stilizzazione totalmente innaturale ma così bella da non infastidire per niente. Le deformazioni dei personaggi sono grandiose, NULLA in questo film lascia indifferenti! 

 

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Bill Plympton spiega l’importanza dello storyboard.

Dopo la proiezione l’Autore ha tenuto una piccola conferenza stampa nel minuscolo posto dedicato a queste rivelando il making off del film. Tutto è stato colorato a Photoshop simulando l’acquarello, ogni inquadratura del film è stata studiata attentamente nello storyboard e il film ha ricevuto tantissime critiche positive.

 

Peccato che a Hollywood lo considerino un pazzo (parole sue) perché, fa storie invendibili per le famiglie. Dove la bella protagonista non ama castamente il marito ma lo desidera fortemente facendo fantasie su di loro e ricorrendo a trucchi incredibili per fare l’amore con lui anche quando questo non vorrebbe.

 

Troppo per l’industria dei mega blockbusters per tutti e politicamente corretti dove può esserci tutto tranne l’amore fisico!

 

Speriamo che almeno questo lungometraggio di Plympton venga distribuito in Italia.

 

Altro film decisamente interessante è il lungometraggio russo fuori concorso ‘Koo! Kin-Dza-Dza’. Prima della proiezione ci viene presentata la co-regista Tatiana Ilyina, che ci informa che il lungometraggio è una versione animata di un film di fantascienza russo anni ’80 considerato in patria un grandissimo classico e che su questa versione animata si iniziò a lavorare già vent’anni fa. Ma la produzione ha avuto degli intoppi e solo qualche anno fa è ripartita. I personaggi sono stati completamente rifatti e introdotta la CGI per macchine e robot. La regia e la sceneggiatura sia del film anni ’80 che di questo sono di Georgiy Daneliya.

 

Il film inizia nella contemporanea città di Mosca durante un inverno rigido. Lì un violoncellista di fama mondiale rientrando da un concerto incontra un ragazzo che pretende di essere suo nipote e gli chiede alloggio o soldi. Nel dibattito che segue si intromette uno strano individuo in tunica e sandali che gli chiede le coordinata del loro pianeta per potersi teletrasportare nel proprio. Scocciati da quello che immaginano essere un pazzo il ragazzo prende lo strano cellulare di questo e compone il 911 nonostante gli venga gridato che quel numero porta a un brutto pianeta. E così il giovane  e il violoncellista si ritrovano all’improvviso nel deserto di un pianeta in rovina, incontrano autoctoni che comunicano telepaticamente e come unica parola hanno il saluto  ‘Koo! Kin dza dza’ e trovano normale sfruttare gli altri, non fare niente per niente, derubarli, ucciderli e abbandonarli pur di avere in cambio cose di valore. La loro vita non varrebbe nulla, ma il fatto che possiedano dei preziosissimi fiammiferi e che le popolazioni imbarbarita è pericolosa ma non molto sveglia riesce a salvarli più volte. 

 

Il film non è fatto per divertire. la regista in questo è stata chiara. Ma già all’incontro con la stampa successiva alla proiezione un ragazzo, che adorava il film degli anni ’80, rende chiaro che questo adattamento è apprezzato dalla nuova generazione. In Russia è stato campione d’incassi e si sperava che concorresse per gli Oscar. Chi scrive spera in un adattamento in italiano di questa inaspettata meraviglia fantascientifica.

 

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Marcel Jean consegna il Cristal al maestro Isao Takahata.

Alla serata d’apertura è stata proiettato il nuovo film del grande autore Isao Takahata. lascio a altri il compito di parlarne. ma voglio solo chiudere con una domanda.

 

Com’è possibile che questo regista riesca a fare solo capolavori?

 

E con questo interrogativo interrompo questo post.

 

Venite ad Annecy, gente!

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Discorso del maestro.

2 risposte a “Annecy. Ingraniamo la marcia!”

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