6 Giugno 2014 09:05

L’Uomo Mascherato

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Anche l’Uomo Mascherato fu creato da Lee Falk, subito dopo Mandrake, ed apparve la prima volta sul quotidiano New York American Journal il 17 Febbraio 1936.

In Italia, invece, fu pubblicato per la prima volta il 13 Settembre dello stesso anno, con strisce allegate al settimanale “l’Avventuroso”.

Falk immaginò inizialmente un fantasma grigio – l’ombra che cammina – battezzandolo “The Phantom”, poi lo modificò e lo colorò di viola affidandolo al disegnatore Ray Moore, assistente di Phil Davis impegnato con Mandrake.

In Europa il colore cambiò, secondo le nazioni nelle quali fu presentato; in Italia diventò rosso.

Il personaggio veste una calzamaglia fino al capo, con calzoncino aderente a strisce trasversali azzurre e nere, stivaletti leggeri e, naturalmente, un mascherino nero.

E’ dotato di un cinturone con due foderi per custodire le micidiali Colt 45, che usa anche contemporaneamente con precisione infallibile.

La caratteristica principale dell’Uomo Mascherato è il senso della giustizia e il difensore dei deboli, diventando per questo motivo l’archetipo del giustiziere nelle storie per ragazzi.

Il suo habitat è la giungla nella quale è nato (in una casetta su un albero dove visse fino a 12 anni), e nella quale si muove come un pesce nell’acqua.

Abita la “caverna del Teschio”, una grotta articolata posta al centro della foresta. La grotta contiene spazi larghi, saloni, stanze, cunicoli collegati; per raggiungerla si transita attraverso stradine tortuose, passaggi obbligati e passando sotto una cascata. Tutta la zone è controllata dai pacifici pigmei Bantar, amici del super eroe, guidati da Guron, i quali segnalano tempestivamente ogni intrusione o pericolo.

Nelle rarissime visite che riceve si fa trovare seduto in un elaborato ed inquietante trono di pietra.

Come tutti i personaggi dei fumetti ha la fidanzata, nella figurazione di Diana Palmer, spesso coinvolta nelle storie descritte.

Falk immaginò questi luoghi nella fantasmagorica isola di Eden, nella nazione di Bengalia.

Il personaggio domina gli animali, suoi amici d’infanzia, e si sposta da un luogo all’altro con indicibile rapidità essendo dotato di forza erculea e leggerezza, intuito profondo e intelligenza razionale. Nelle sue azioni non ha il senso del dolore e sopporta le ferite con noncuranza.

L’Uomo Mascherato è dotato di due anelli, uno sul medio sinistro rappresenta il bene e serve a lasciare sul braccio delle persone amiche l’impronta della “croce Crismon” (croce di Cristo), l’altro sul medio destro, rappresenta il male e porta l’effige di un teschio, col quale marchia i nemici con terribili uppercut sotto il mento.

Per questo motivo non era fra i miei fumetti preferiti perchè, per carattere, non amo le situazioni violente e poi non coglievo il nesso fra il personaggio avveniristico e l’ambiente selvaggio, dominato da fitti alberi esotici, belve feroci e pirati provenienti dal mare.

In quasi 8o anni di pubblicazioni, le storie dell’Uomo Mascherato si sono evolute arricchendosi di episodi e situazioni, fra l’altro nel 1978 sposa Diana avendo come testimoni il fraterno amico Guron, capo dei pigmei, e Mandrake.

Dal matrimonio nascono Kit, Heloise e Jedda entrati anche loro nell’immaginario dell’epopea di questo fortunato fumetto diffuso in tutto il mondo.

La morale della favola resta il senso di giustizia del personaggio, protagonista dell’eterna lotta del bene contro il male, idealizzata nel tempo facendo risalire l’esistenza dell’Uomo Mascherato fin dal XV secolo.

L’eroe si rinnova attraverso varie generazioni, sempre inteso come “l’ombra che cammina” nella giungla e vestito sempre con la solita calzamaglia aderente, a perpetuare il senso della giustizia.

Angelo Libranti

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