19 Febbraio 2014 09:38

Disney fascista, Hergé nazista… “ma mi faccia il piacere!…”

DisneyHergé-francobolli

Disney fascista? Gli esseri umani sono figli del proprio tempo. Non si possono giudicare in modo manicheo senza contestualizzare e magari senza nemmeno basarsi su documentazione certa.  Non bastano neppure “i fatti”: bisogna saperli interpretare in modo corretto. Solo i fanatici (o i malati mentali, quando non sono la stessa cosa) esprimono opinioni basate sull’ignoranza, i pregiudizi e le proprie allucinazioni. Anche senza voler essere agiografici come nel documentario su Walt Disney e l’Italia (comprensibilmente agiografico, e contenente bellissimi documenti d’epoca), alcune delle accuse più pesanti fatte all’essere umano Walt Disney sembrano non tenere conto della realtà in cui Walt era immerso. Siamo nei primi decenni del secolo scorso, il mondo era quanto di più politicamente scorretto potesse esserci (lo è ancora anche oggi, in troppa parte, purtroppo) e il sentire comune popolare non era certo il massimo per la convivenza civile. Nazionalismi, egoismi, ristrettezza mentale e molto altro, seminavano odio e intolleranza in giro per il Pianeta. E tutto questo, per giunta, veniva dato come giusto e scontato, a livello di cultura popolare. Non possiamo guardare il passato e gli esseri umani del passato, con gli occhi di oggi, come se  niente fosse accaduto nel frattempo, a mutare il nostro modo di essere. Disney collaborava con l’F.B.I. per contrastare il comunismo sovietico negli USA? Chissà, oggi forse avrebbe accettato di buon grado il Patrioct Act e Guantanamo con la stessa motivazione: patriottismo e difesa del proprio Paese. Era un datore di lavoro che considerava l’azienda come una famiglia (cosa che a volte produce risultati sgradevoli per i lavoratori, anche se non necessariamente), fino al punto da scatenare il famoso sciopero contro di lui? Non è stato ne’ il primo ne’ l’ultimo. Ma i suoi difetti (relativi, perché per altri sono stati dei pregi) ne hanno fatto una cattiva persona? Tutti noi esseri umani abbiamo pregi e difetti, è inesorabile. Il bilancio si fa alla fine, con criterio, sui fatti documentati, con buon senso, tenendo sempre conto anche del contesto, sapendo che non si sa mai veramente tutto di una persona, e, soprattutto, con umanità.

Hergé nazista? Herge è stato esplicitamente anti-nazifascista fino a ridosso dell’invasione tedesca, e la cosa è documentata dalle pubblicazioni, e da altri documenti originali ai quali si ha accesso ormai da diversi anni. Certo gli ci vollero ancora altri anni per svincolarsi anche dagli stereotipi popolari europei dell’epoca, decisamente non politicamente corretti. Considerando che persino oggidì ci sono ancora in giro razzisti, omofobi, sessisti, colonialisti e tutto il resto, figuratevi quanti nemmeno si ponevano lontanamente il problema del rispetto delle differenze, negli anni trenta e quaranta del secolo scorso, o del Valore delle Differenze, e, anzi, fossero intimamente convinti di essere nel giusto, visto che persino i rappresentanti dei Governi e delle Chiese esprimevano liberamente e pubblicamente concetti odiosi che oggi potrebbero suscitare indignazione! Ma quanto meno Hergé si era ormai svincolato dal controllo del suo mentore, l’abate Wallez (egli sì, di simpatie estremiste, e infatti le prime avventure di Tintin, in Russia, in Congo e in America, erano state create per sua scelta e sotto la sua influenza).  Poi, durante l’occupazione del Belgio, pur di poter continuare a lavorare, Hergé ha tenuto per sé le sue opinioni su Hitler e Mussolini (opinioni che fino a poco prima, come si diceva, esprimeva pubblicandole sui suoi fumetti, da Tintin a Quick et Flupke), e si è limitato a raccontare storie d’avventura non più legate all’attualità (alla quale sarebbe tornato solo nel dopo guerra, dopo aver ottenuto il documento che certificava di non essere stato un collaborazionista nonostante avesse pubblicato Tintin per il quotidiano Le Soir, controllato dagli occupanti). Come tanti altri autori (artisti ecc.) in Europa. Non era un eroe disposto a morire o a far la fame, ovvio. Ma bisogna ricordarlo, che gli eroi sono sempre merce rara? Che la gente “normale”, come tutti noi, tira a campare? Che gli autori non sono mai la fotocopia eroica dei loro personaggi, ma, caso mai, possono migliorare se stessi col tempo, proprio lavorando ai propri personaggi?

Insomma, si può essere geniali, si può produrre meraviglie, anche senza essere perfetti. Anzi, di solito è proprio così: gli esseri umani, nella loro sostanziale imperfezione, e col loro cervello tanto difettoso, riescono, nonostante tutto, a produrre non solo schifezze, ma anche bellissime meraviglie. Ci sono grandi autori che hanno creduto a guru farlocchi e aspettavano con incrollabile convinzione la venuta degli extraterrestri a portarli via, che quando si sono resi conto (perché col tempo e l’impegno, e talora le cure adeguate, si può cambiare in meglio!) di essere stati gabbati alla grande, si sono vergognati per decenni anche solo di parlarne, di un certo periodo della loro vita… Ci sono autori osannati la cui instabilità psichica (spesso si può curare anch’essa) era tale da minacciare di morte, realmente, i propri amici e colleghi… Ci sono autori che regalano gioia col proprio lavoro a tante persone, ma che sono il trionfo del politicamente scorretto nella vita quotidiana… Non sono citazioni a casaccio e, certo, a volte sarebbe preferibile non sapere nulla della vita quotidiana degli autori che ci danno tanto, e limitarci a godere della loro opera ed esserne riconoscenti, ammettendo umilmente che ciascuno ha le proprie magagne e davvero nessuno può permettersi di scagliare pietre. Per converso, a volte è costruttivo scoprire che anche i Grandi sono esattamente come tutti noi: esseri umani, fragili creature – e che tutto questo non impedisce a nessuno di creare belle cose, che possono aiutare gli altri a vivere meglio e, magari, persino a diventare migliori.

Qui di seguito alcune biografie fondamentali, da leggere, a mente sgombra da pregiudizi, per cominciare a farsi una propria opinione, su personalità umane tanto complesse.

 

Una risposta a “Disney fascista, Hergé nazista… “ma mi faccia il piacere!…””

  1. Sono d’accordo, e aggiungerei ‘Walt Disney: prima stella a sinistra’ di Mariuccia Ciotta (Bompiani), che oltre a tracciare un quadro approfondito del contesto sociale e artistico in cui Mr. Topolino si formò, propone diversi estratti analitici da studi su Disney a firma di personaggi quali Walter Benjamin e Sergej M. Ejzenstejn … non proprio due bamba qualunque, neh?

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