15 Giugno 2013 16:10

Annecy 2013 giornata 4, Premio ASIFA a Bruno Bozzetto

Bruno-Bozzetto.jpgDal nostro inviato in Francia ecco il rapporto della quarta giornata del festival di animazione di Annecy.

Si inizia con i corti in concorso del quarto blocco e sono ancora meraviglie sorprendenti. Come si puo restare indifferenti davanti a corti tipo “Gloria Victoria”, opera canadese realizzata animando stampe xilografiche fatte sulla base di originali russi del periodo precedente e subito dopo  la rivoluzione? O davanti ai bei pupazzi animati di “Boles”, corto sloveno che racconta del blocco di un giovane scrittore che si sente sempre più attirato dalla vicina di pessima fama? O ancora con il caustico e musicale “Autor du lac”, corto belga  scarabocchiato a pennarello su di una passeggiata attorno al lago tra vecchi depressi, coppiette, gente che fa sport e prostitute/i ?

Come lungometraggio fuori concorso il messicano ” El santos vs la Tettona Mendoza” potrebbe essere il più politicamente scorretto tra quelli proiettati in questa edizione. Il protagonista è un famoso wrestler mascherato messicano che  lasciato dalla sua ragazza, la Tettona Mendoza ( una ex wrestler  in topless che gestisce un locale di  spogliarello/bordello) cade in depressione. Insieme al suo inseparabile amico Il Poliziotto si inbarca in un progetto umanitario per salvaguardare gli zombie del paese (gente che ha contratto una malattia misteriosa che li rende non morti) tramite adozioni internazionali. Il successo è enorme, infatti non c’è divo del cinema che non ne voglia uno. Ma l’aumento degli zombie provoca la paralisi del traffico automobilistico e la Tettona dichiara al parlamento che chiunque riuscirà a risolvere il problema avrà l’esclusiva nel far l’amore con lei per tutta la vita. Il geloso protagonista  trova la soluzione ma il suo antico nemico, El Peyote, lo precede battendolo. Ci si accorge solo dopo che gli zombie erano gli unici a pagare regolarmente le tasse e senza di loro il Messico è spacciato! Era tutto un piano della Tettona che per risolvere la crisi si fa incoronare regina del Messico e per attuare Il suo programma di risanamento vara delle leggi che costringono tutte le donne a diventare prostitute per attirare ricchi turisti sessuali da tutto il mondo e tutti gli uomini a recarsi in campi di rieducazione maschile dove dovranno imparare a usare il bagno nel modo corretto e a apprezzare le tremende telenovelas messicane. Riuscirà il nostro eroe a salvare il paese ripopolandolo di zombie, battere El Peyote e riconquistare la Tettona? Solo alla fine si saprà.

La storia è un continuo di assurdità con interruzioni pubblicitarie e un disegno che sembra  la versione messicana dei Simpson. Consigliato agli amanti del genere.

Dalla parte dei lungometraggi in concorso viene il turno del brasiliano “Uma Historia de Amor e Fùria”. Il film parla del Brasile in seicento anni di storia vista attraverso gli occhi di un giovane Indios che durante la sua iniziazione per salvare la ragazza che ama scopre di avere dentro di se lo spirito immortale di un Dio. Questo lo obbligherà a aiutare sempre il suo popolo attraverso i secoli. L’arrivo dei portoghesi porterà lo sterminio della tribù e colpito a morte si trasformerà in un uccello fino al successivo incontro con la sua amata due secoli dopo dove saranno tra i primi a guidare le ribellioni contro l’impero del Brasile. Segue una parte durante le contestazioni dagli anni ’60 ai ’90 e una nella Rio del 2096, sempre con i due innamorati che si cercano e che combattono contro le ingiustizie che affliggono il popolo.

Primo lungometraggio animato Brasiliano a partecipare al festival dopo anni di fuori concorso questo film, ottimamente animato dal tratto moderno e pulito, racconta una serie di storie difficili senza evitare critiche dirette verso la società brasiliana attuale, le sue repressioni contro i poveri e l’attacco a figure storiche considerate eroiche. Per le sue caratteristiche non è possibile evitare il paragone con il film “Cloud atlas” con cui condivide l’aspetto della coppia che si cerca attraverso i secoli. Ma che sia casuale o meno  lo sviluppo lineare della trama evita l’intrecciarsi continuo delle storie che caratterizza il primo, inoltre il tono di critica sociale di questo film è molto più diretto e duro di quello solo occasionale di “Cloud atlas” anche se ne condivide l’estetica della città futura inspirata in entrambi i casi da film precedenti.

Tra i lungometraggi in concorso c’è anche il magnifico Pinocchio di Enzo D’Alo’, ma visto che sicuramente tutti coloro che leggeranno quest’articolo lo avranno già visto non è il caso di parlarne, piuttosto facciamo il tifo per lui augurandogli la vittoria!

Ma ecco quello che considero il pezzo forte dell’intera giornata, la consegna del premio ASIFA a Bruno Bozzetto. Questo avviene nella terza sala del cinema Decavision dove il direttore artistico Marcell Jean insieme ai membri dell’Asifa consegna al grande autore il premio che l’associazione assegna a persone o organizzazioni che  hanno dato significativi contributi allo sviluppo del cinema d’animazione. Contributo che Bruno Bozzetto ha innegabilmente dato in abbondanza tanto che la presidenza Asifa ha deciso di fargli una sorpresa speciale regalandogli un disegno originale tratto “Bambi”, lungometraggio che Bozzetto ha sempre detto essere il suo favorito, autografato e incorniciato. Questo speciale dono ha ulteriormente commosso Bozzetto che comunque continua a ringraziare tutti i suoi collaboratori dicendo che senza di loro non avrebbe potuto fare le cose che ha fatto.

A seguire è stato proiettato il lungometraggio capolavoro “Allegro non troppo”, purtroppo il cattivo stato della pellicola, piena di tagli nella parte dal vero, ha provocato la perplessità dell’autore e molti malumori tra il pubblico, specie di chi, a saperlo, avrebbe potuto portare copie perfettamente conservate. Altro inconveniente è stato che finito il film siamo usciti scoprendo che nel frattempo la splendida giornata di sole si era trasformata in un nubifragio, cosi si è dovuto chiedere il permesso per poter tornare all’interno del cinema aspettando che spiovesse. A pensarci adesso fa già ridere.

La prima visione del giorno è stata quella del lungometraggio “Oggy et les Cafards, le film”, tratta da una serie comica famosissima in Francia e passata anche da noi con il, discutibile, titolo di “Maledetti scarafaggi”.

La serie  muta che si rifà apertamente a Tex Avery prodotta da Xiliam e  ideata da Oliver Jean-Marie consiste in continui disastri che capitano al gatto blu Oggy costretto a combattere un terzetto di malefici scarafaggi decisi a rovinargli la vita. In questo film si mostra come questo conflitto si protenda nei millenni a dartire dalle particelle del brodo primordiale fino al futuro più lontano. In quattro episodi si vedono le lotte nella preistoria, nel medioevo, nella Londra vittoriana vino alla guerre spaziali. sempre il gatto impiastro dovrà combattere imalvagi insetti aiutato dal suo amico il grosso gatto verde e dalla sua fidanzata la gatta bianca.

Segue il terzo gruppo di film di diploma, vedendoli si può ben sperare in un fantastico futuro dell’ animazione, tutti sono tecnicamente ammirevoli;

Al più presto gli ultimi due giorni, tutte le foto fatte e altro ancora, e scusate il ritardo.