22 Maggio 2013 05:33

I Disney italiani: che gran lavoro!

Disney 1Gran lavoro di ricerca sulla genesi e sull’evoluzione  dagli anni ’30 del novecento fino ad oggi, sull’impegno e la creatività di una sorta di “scuola italiana Disney”. Ormai sono migliaia di albi e storie; due terzi delle storie Disney nel mondo sono sviluppate in Italia, con un livello qualitativo straordinario.

E’ ormai lontano il 13 gennaio 1930 quando uscì negli USA la primissima versione a fumetti di Topolino. Lontanissime sono anche le cronache dello “sbarco” del topo e poi di Paperino in Italia, gli scontri fra editori italiani per i diritti di cui abbiamo già parlato in una recente recensione sul libro “Eccetto Topolino”, gli anni della censura, il successo di questo personaggio nato un po’ pazzo e divenuto saggio.

Solo da poco si sta studiando a fondo quanto gli italiani abbiano contributo a questo successo. Una volta Topolino (e, in generale, tutti i personaggi della ditta americana) dovevano essere attribuiti allo stesso Disney. Col tempo l’apporto italiano è venuto alla luce.

Questo libro ne chiarisce il contesto creativo, con scientificità e rigore, ma anche con divertimento, pur trattandosi di un saggio.

Gli autori lo hanno diviso i 3 parti. Vado con ordine:

 

  1. L’avventura editoriale. Come e quando Topolino arriva in Italia, l’evoluzione delle testate, il successo, la nascita dell’Accademia Disney, il XXI secolo ( il futuro).
  2. Omaggio di Marco Rota a Carl BarksI grandi autori italiani. Dagli autori dell’anteguerra ( Federico Pedrocchi, Pinochi, Pagot) fino alla seconda, prolifica seconda generazione ( Guido Martina, Angelo Bioletto, Giuseppe Perego, Luciano Bottaro, il grandissimo Giovan Battista Carpi, Giulio Chierchini, Romano Scarpa, Carlo Chendi, etc…). Poi ancora gli allievi di quella generazione diventati, a loro volta, autentici maestri ( come non ricordare almeno Giorgio Pezzin, Massimo De Vita e, soprattutto, Giorgio Cavazzano). Poi tutto si rinnova ancora a metà degli anni ’80 ( con disegnatori come Marini, Ubezio, Amendola, Valussi o sceneggiatori come Michelini, Figus, Sarda, Panaro, Sisti, Palmas). Dal punto di vista degli autori viene poi esaminata l’opera dell’Accademia (uno per tutti: Corrado Mastantuono) e i creativi dagli anni ’90 in poi. Insomma, una carrellata di talenti che si sono susseguiti negli anni offrendo divertimento e “trovate” ad almeno 3 generazioni.
  3. Il mondo delle idee. Qui vengono analizzati i filoni del mondo Disney, le saghe, le Parodie , le Papernovelas o le Toponovelas.

Insomma, questo saggio è veramente bello perché puoi “affrontarlo” a seconda del tuo interesse; più storico, più legato al tuo ricordo di un autore, più affascinato dalle citazioni letterarie o sociali che gli italiani, genialmente, hanno valorizzato nelle loro storie. Puoi leggere anche solo quello che ti interessa o puoi farti una scorpacciata di ricordi.

Disney 2L’Appendice (altre 214 pagine), invece, in rigoroso indice alfabetico, contiene le biografie degli autori, un Lexicon molto completo dei Disney italiani. Ci sono praticamente tutti. Mi ha fatto piacere leggere la storia creativa di moltissimi Complici dell’Anonima Fumetti (quella strana banda che aiuta l’Associazione a valorizzare il fumetto) e di ben due membri del Consiglio direttivo: Pierpaolo Rovero e Gianfranco Goria, detto la Talpa, direttore di afnews.

[Recensione di Nico Vassallo]

I Disney Italiani

di Alberto Becattini – Luca Boschi – Leonardo Gori – Andrea Sani

Tomo (447 pagine) + Appendice (214 pagine)

(NPE, Euro 79)

Qui con un poco di sconto:

Una risposta a “I Disney italiani: che gran lavoro!”

  1. Ciao Domenico
    Grazie della bella citazione. Fa sempre piacere, da un esperto e appassionato del settore ancora di più. Con l’arrivo di Topolino 3000, ripensavo proprio stamattina al periodo meraviglioso nel quale mi è capitato di vivere la giovinezza: gli anni 60 e poi 70; anni pieni di voglia di fare, di prospettive, di speranze che poi si tramutavano in certezze. Bastava darsi da fare e i risultati arrivavano. E tutto si è riflesso anche nei fumetti che nascevano in quel periodo. Belli, divertenti e ottimisti perché erano così anche quei tempi. Mi piacerebbe scrivere ancora delle storie di Paperone dove dare corpo alle delusioni di oggi, per sferzare la gente e bastonare (metaforicamente) chi se lo merita. L’ottimismo e la grinta di Paperone potrebbero salvarci tutti. Per fortuna quei personaggi non moriranno mai (spero) . Saluti, auguri e grazie ancora.

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