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Le nostre fonti sono un po’ restie, quasi scaramanticamente, a dire di più e tantomeno a consentire la pubblicazione dei loro nomi, come al solito. Tuttavia possiamo a questo punto mettere in pole position la Panini e accennare a (opportuni) tagli al budget. Tuttavia, non potendo far nomi e non potendo dire di più, prendiamo il tutto con le molle. Ma se sapete voi di più… scrivete qui. :-)
Spero vivamente di no…Parliamoci chiaro la rivista va abbastanza bene adesso – oddio certi eccessi ecologici non è che mi piacciano però sono sopportabili –
Una Panini asso pigliatutto del mercato sarebbe in grado di sopportare i costi – comunque alti – di gestione del mondo Disney ? – finirebbe per scoppiare nel lungo periodo.
Già si è parlato della Bonelli come “possibile preda” ( diciamolo nel senso buono del termine) della Panini.
E’ da un po’ che si vocifera. Bisognerebbe sapere veramente il perchè di questi movimenti! La Disney non è più interessata a supportare il settimanale, date le basse vendite, come dicono le malelingue. Si parla di 80/90.000 copie settimanali e forse per i canoni del colosso USA sono poche, considerati poi i costi.
Ormai non manca molto alla ufficializzazione delle cose, se, come pare, la licenza del Topo cambia destinatario: bilanci e scadenze amministrative hanno tempistiche precise e il 30 giugno si avvicina. Quanto alle motivazioni… mah. Le “voci” tendono sempre a essere maliziose, per cui non le consideriamo. A me la qualità del Topo è apparsa in crescita, con l’ultima Direzione. Gusti personali, certo. Per cui io (io) non darei certo la colpa alla parte redazional-fumettistica. Diversa è la faccenda dal punto di vista amministrativo: la crisi colpisce duro chiunque e sarebbe purtroppo comprensibile (dal punto di vista dell’azionariato – di cui faccio parte, per quanto riguarda la Disney casa madre) chiedere gestioni più “risparmiose” per non far scendere i dividendi. In senso lato. Ma a livello planetario, a giudicare da quanto a noi azionisti viene dichiarato nei rapporti, il fumetto non incide per una cifra considerevole, anzi. Azzarderei quindi l’ipotesi che il problema sia locale e non globale. Cioè forse (ma solo forse) è la Disney Italia che potrebbe preferire disfarsi (momentaneamente?) della “gestione viva” del settimanale, lasciando l’incombenza di risolvere i problemi amministrativi al nuovo licenziatario. Ma sono solo ipotesi da chat, ovviamente. :-) Quanto al cambio di licenziatario, invece, come dicevo, ritengo, sulla base di quanto detto, che con aprile le cose dovrebbero essere ampiamente definite. I problemi vivi, però, in tal caso, sarebbero dei dipendenti: i loro contratti verranno rinnovati? Se sì, per tutti? Se non per tutti, come saranno le condizioni per chi resta? E chi non resta è stato avvisato abbastanza per tempo da poter cercare un altro lavoro? Questi sono problemi veri. Duri.