13 Settembre 2012 01:15

Schizzo, un sognatore pacifista

schizzo_attilio_mussino2Un secolo fa la conquista della Libia e la successiva guerra italo-turca, conclusasi nell’autunno 1913 con un armistizio che dava all’Italia il Paese africano, Rodi e altre isole greche, alimentò le spinte dei nazionalisti che già soffiavano sul fuoco della inevitabile guerra per conquistare (a che prezzo, poi?) Trento e Trieste. Per qualche tempo il Corriere dei Piccoli rimase fuori da queste polemiche, ma poi fu costretto a entrare nella mischia, e lo fece con tre personaggi ideati tutti da Attilio Mussino, disegnatore torinese (1878-1954), illustratore di almeno 200 libri per ragazzi (ma ricordato soprattutto per il suo Pinocchio) e creatore di tanti piccoli eroi di carta, a cominciare dal negretto Bilbobul, il primo della serie (1908). Nella primavera del 1912 Mussino propose due personaggi, che ebbero vita breve, nati entrambi sul CdP uscito il 17 marzo. Se Saetta è un uomo adulto, un bersagliere che sbarca in Libia dove cattura nemici in quantità industriale, come un Superman casareccio, Nello è un ragazzo coraggioso, quasi un monello, che vuole andare a Tripoli a ogni costo: escogita mille fantasiosi trucchi, cerca di aggregarsi a soldati ed emigranti in partenza per Tripoli, insomma fa il possibile, senza troppo successo, per dare il suo contributo alla conquista coloniale. Di tutt’altro genere è invece Schizzo, nato il 15 settembre 1912 e rimasto sul celebre settimanale schizzo_guido_moroni_celsifino al 1919. Mussino lo ha disegnato a lungo, poi quando ha dovuto partire per la guerra (nel frattempo c’era stato anche il disastro di Caporetto), lo ha ceduto a Moroni Celsi. Il protagonista forse non è del tutto originale, perché ricalca – con poche variazioni, in chiave italica – le tavole di Little Nemo, il poetico sognatore di Winsor McKay, protagonista di onirici viaggi nel tempo e nello spazio. Schizzo è invece più concreto, sogna un mondo di pace e fa il possibile perché arrivi. Purtroppo la realtà è differente e il risveglio è spesso amaro. E’ un pacifista convinto, non si esalta con i combattimenti, ma insegue la pace: è contento quando i potenti di allora (lo zar, il sultano, i re) lo chiamano al tavolo dell’armistizio, salvo poi restare deluso quando non ascoltano i suoi consigli. Purtroppo i pacifisti sono sempre una minoranza, in ogni tempo, e anche Schizzo si rassegna, sogna altre imprese, perfino un viaggio alla conquista del Polo, e alla fine, conclusa anche la guerra, va in pensione, richiamato però negli anni Trenta dal regime che lo utilizza per esaltare le conquiste fasciste, ancora in Libia ovviamente. Ma gli anni sono passati e altri eroi, e altre guerre, occupano la scena. (Carlo Scaringi).