1 Agosto 2012 01:01

Spiderman, un supereroe con troppi problemi

asm-120

I supereroi invecchiano anagraficamente, ma poi restano sempre giovani, magari rinvigoriti da periodiche versioni cinematografiche, che ne alimentano la popolarità. E’ il caso, per esempio, di Spiderman, ovvero l’Uomo Ragno protagonista di un film – il quarto di una serie che si annuncia infinita – che da settimane sta ai vertici delle classifiche. Lo stesso sta avvenendo, sia pure in forma drammatica, per Batman, che in Italia sbarcherà il 29 agosto. Spiderman è nato nell’agosto del 1962, creato da quel vulcanico autore che è Stan Lee, che aveva elaborato un’idea grafica di Jack Kirby di qualche anno prima, ma poi accantonata per varie perplessità dei dirigenti della Marvel sulla scelta del ragno – animaletto in fondo poco simpatico e profeta di sfortuna – e sul ruolo dell’anziana zia di Peter Parker, il giovane, e involontario, protagonista della saga. Poi, sfruttando al meglio la nascente popolarità dei supereroi, la Marvel lanciò il nuovo personaggio, confinandolo all’inizio nelle ultime pagine di una rivista (Amazing Fantasy) già destinata alla chiusura. Invece l’Uomo Ragno piacque subito al pubblico, e qualche mese dopo (marzo 1963) nacque un nuovo mensile, Amazing Spiderman, destinato a raccoglierne tutte le avventure. La sua origine è in fondo banale e piuttosto scontata, con Peter Parker che preferisce una lezione di scienze ai classici quattro salti con i compagni di scuola. "Quel topo di biblioteca non distingue un cha-cha-cha da un valzer" dice uno, e un altro aggiunge: "E’ l’unico che fa da tappezzeria per professione". SpidermanMorteMa poi il caso, o meglio Stan Lee, ci mette lo zampino e un ragno radiattivo lo punge, facendogli acquisire quegli straordinari poteri che conosciamo da mezzo secolo, e che scienzati e scrittori sognavano da sempre, dai tempi del Golem nella Praga ebraica del Seicento al mostro di Frankenstein, per non parlare del dottor Jeckyll e mister Hyde. La lunga vicenda di Spiderman è stata narrata per decine di albi da Stan Lee ("perchè Mickey Spillane voleva troppo" come è scritto nella copertina di uno dei primi numeri, e disegnata, egualmente a lungo, da Steve Ditko "perchè Picasso era fuori città" come si precisa nello stesso albo) ed è ormai fin troppo nota per aggiungere altro. A differenza di altri suoi colleghi in maschera, la sua vita è piena di problemi di ogni genere, in primo luogo esistenziali perchè nasce con un senso di colpa e di rimorso per non aver bloccato quel bandito che poco dopo gli avrebbe ucciso lo zio gettando nel dolore e nella miseria l’anziana zia che gli faceva da madre dopo la improvvisa scomparsa dei genitori. La donna è assillante e premurosa: mangia, non ti stancare, non andare in giro di notte, potresti fare brutti incontri e magari imbatterti nell’Uomo Ragno. Manca poco che gli consigli di mettersi la maglia di lana. Peter Parker, come tutti i teen-agers ben educati (altri tempi, gli anni Sessanta), fa il possibile per non deluderla, vorrebbe anche lavorare per aiutarla a pagare l’affitto e le spese di casa, cerca lavoro perfino tra i Fantastici 4, e lo trova solo al "Daily Bugle", quasi il giornale personale di un irascibile editore, J.J Jameson, che gli acquista le fotografie che riesce a scattare. Grazie ai suoi superpoteri – Spider-Man1McFarlanesi arrampica come un ragno, lancia ragnatele come un ragno, ha una forza immensa come i ragni, ecc. – Spiderman diventa un mito per la città (tranne che per Jameson) e un pericolo per i criminali. Ce ne sono di tutti i tipi, e tutti sono violenti, malvagi, spesso mostruosi, ma Spiderman li sconfigge sempre, anche se poi periodicamente ritornano, come ogni cattivo che si rispetti. L’elenco è lungo e noto: si va da Octopus che usa braccia artificiali come i tentacoli della piovra al Kraven, il cacciatore di belve, dallo sgusciante Uomo di Sabbia al Camaleonte, dal Goblin, folletto verde, a Misterio, ecc. Molti sono dei veri ossi duri, qualcuno gli lacera la tuta che poi Peter deve rammendare con ago e filo, uno, una volta, gli ha strappato la maschera dal volto e tutti hanno scoperto che Spiderman era Peter Parker, ma nessuno creduto che fosse vero, tanto era debole e timido quello studente fin troppo studioso. Anche con le ragazze, Spiderman ha i suoi problemi. Ha molte storie passeggere: con Liz, compagna di studi, con Betty, segretaria di Jameson, con Gwen, figlia del capo della polizia, ma alla fine sposerà, nel 1987, Mary Jane Watson, la figlia della vicina della porta accanto, come sognava la zia, che aveva fatto tanto per fare incontrare i due giovani. Il fascino delle storie di Spiderman – disegnate nel tempo da vari autori, da John Romita a Ross Andru, ecc. – risiede nell’intreccio di personaggi e situazioni, che talora assumono il taglio di un tragedia greca (Henry Osborne, il miglior amico di Peter, spider-man newspaper stripè figlio del Goblin, il nemico di Spiderman; Gwen, la figlia del capo della polizia, è uccisa dal Goblin, mentre il padre morirà per colpa di Octopus, ecc.) e altre volte sembrano avere un’ispirazione pirandelliana, con identità segrete da svelare, realtà che sembrano vere, e non lo sono, con personaggi che inseguono se stessi, e così via.
Carlo Scaringi

Una risposta a “Spiderman, un supereroe con troppi problemi”

I commenti sono chiusi.