26 Aprile 2012 08:34

Long Live L.A.W.

Nel corso delle mie periodiche escursioni in quel Luogo Delle Meraviglie che, per noi Comics’Fan, risponde al nome di Edicola, ogni tanto mi concedo il sottile piacere del Piluccamento Fumettistico, una sorta di Shopping Compulsivo in stile “Sex and the City”, (solo assai meno dispendioso, ché anche il fumetto più esoso costa assai meno di un paio di Manolo Blahnik ). Insomma, come una novella Carrie Bradshaw mi scosto dalle mie consuete frequentazoni editoriali e mi diverto ad acquistare a scatola chiusa quelle nuove testate che per qualche mysteriosa ragione stuzzicano il mio sense of comics. Spesso si tratta di serie avventurose, fantascientifiche o horror, giacché questi sono fra i miei generi prediletti, ma può anche capitare che mi lasci tentare da universi narrativi a me solitamente alieni. Questa volta è toccato al numero d’esordio di L.A.W – il lato oscuro della legge (Ed. Star Comics). Un legal thriller a fumetti non rientrava certo nelle mie abituali incursioni fra le nuvolette: niente Mostri dagli Occhi d’Insetto, zero astronavi e neppure uno zombie a pagarlo oro… perché mai avrei dovuto acquistarlo? Ma proprio questo è il succo del Piluccamento Fumettistico, provare! Avete presente il genere western? A un sacco di gente (me compreso) non piace granché… ma una bella storia di Tex conquista tutti! Ed è proprio questo che mi ha conquistato in L.A.W.  La storia fluisce bene, l’ambientazione è accurata, i disegni di Enza Fontana sono piacevoli e il background legale assai ben curato. Pare di assistere ad un buon telefilm, sullo stile di “The Practice”… ma, almeno per quanto mi riguarda, tutto questo non sarebbe bastato a coinvolgermi. Quel che ho amato di L.A.W. sono i personaggi, gli attori di questo Grande Show Legale, un gruppo di characters, a mio avviso, molto ben delineati; sufficientemente riconoscibili da bucare la pagina ma abbastanza veri da non scadere nello stereotipo. Sarebbe facile etichettare la capa-dura-e-cinica, l’avvocato-di-punta-sornione, la novellina-idealista e ottenere un fumetto passabile, ma non è questo il caso di L.A.W.: i personaggi sono quelli, ma il modo con cui recitano e vivono fra le vignette ha un qualcosa in più. E’ un’alchimia non banale questa, che spero continuerà a funzionare anche nei prossimi numeri della miniserie. E poi c’è un altro elemento, che trovo intrigante e doloroso assieme: l’ambientazione. Un universo dove concetti come Giustizia, Legge, Diritto paiono mere maschere nelle mani dei demoni del cinismo e dell’opportunismo. Non è uno scenario consolatorio, quello di L.A.W., è proprio il nostro mondo! Mannaggia! Ed è interessante, in un contesto mediatico improntato al più becero buonismo, scontrarsi ogni tanto con il Duro Mondo Reale, anche se fa male! E quindi, nell’attesa che Lone Ranger, Superman o l’Enterprise vengano a salvarci da noi stessi, lunga vita a L.A.W. ed ai suoi autori! Davide "Dade" Caci e Giorgio "Joe" Salati: In bocca al lupo ragazzi!