3 Marzo 2012 06:33

Topolino nel bar di Casablanca

Cavazzano china CasablancaMolti personaggi dei fumetti ricordano fisicamente nei volti e nel comportamento famosi divi del cinema, da Gary Cooper, su cui Galleppini ha modellato la figura di Tex a Rupert Everett trasformato in Dylan Dog, a Brigitte Bardot, o Jane Fonda, improbabili Barbarella. Humphrey Bogart ha certamente ispirato i mille investigatori, privati o in divisa, che vari autori hanno identificato, molto liberamente, nell'attore. Ma negli anni Ottanta il grande Bogey è stato il protagonista suo malgrado, e in chiave umoristica, di alcune storie disneyane firmate da due maestri del Disney "made in Italy". Il primo è stato Carlo Chendi, il più grande creatore di topi e paperi, dopo Guido Martina. Tra il 1981 e l'anno seguente ha ideato O.K. Quack, un papero alieno, e Umperio Bogarto, altro papero, investigatore privato, in omaggio all'attore. E' comparso in diverse storie, a partire da "Zio Paperone e la moneta Disco Volante" disegnata nel 1982 dal maestro Giorgio Cavazzano. Proprio questo autore, noto e apprezzato soprattutto per i paperi vari, si è cimentato nel 1987 con il mondo di Topolinia, scrivendo e realizzando la sua versione di "Casablanca", un film ormai entrato nel mito, al pari della famosa Corazzata resa immortale da Paolo Villaggio o del primo King Kong, con lo scimmione e la bella rapita arrampicati su un grattacielo. Il regista Michael Curtiz girò il film nel 1942, settant'anni fa, in mezzo alla seconda Cavazzano matita originale Boschiguerra mondiale e ne fece un piccolo capolavoro premiato con tre Oscar. Interpretato da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman evoca un amore difficile in un momento difficile in un Paese difficile come il Marocco covo di spie. E' ambientato in un piccolo bar dove Bogey fa caffè, chiacchierando col commissario Basettoni mentre un pianista nero, Sam, suona sempre la stessa canzone. Il fumetto di Cavazzano ripropone fedelmente la storia del film (e questo è forse un piccolo limite), ricostruita con una mezzatinta sfumata, quasi per riproporre il bianconero del film. Il Rick's Cafè American è diventato il Mickey's Cafè con uno sconsolato Topolino che chiede a Sam, uno stralunato Pippo, di suonare ancora quella canzone. "Quale?" chiede il pianista. "Quella che hai suonato per lei. Ora suonala per me" implora Topolino. "Quante storie, prima non devo, adesso devo…" "Suonala ancora, Sam" ordina Topolino mentre fa capolino Minnie (la Bergman nel film) in un lieto fine solo annunciato. Forse nelle mani di Chendi la storia sarebbe stata una vera parodia, ma Cavazzano ha preferito rispettare il film. Prima di quella storia, il disegnatore veneziano aveva già toccato temi cinematografici, con due racconti sugli Oscar e sulla Mostra di Venezia, inserendo anche vari personaggi umani in un mondo disneyano. Nel 1988 con "La tragica avventura di Paperon de' Paperozzi" ha fatto la parodia del film di Villaggio. Ma il punto più alto lo ha raggiunto nel 1991 con la rilettura de "La strada" con Fellini e la Masina veri protagonisti e con un'apparizione, quasi un doveroso omaggio, di Walt Disney. (Carlo Scaringi).