A Zio Paperone il Natale non piace, lo scopriamo sin dalla prima storia, disegnata nel 1947 da Carl Barks: "Questa è la stupida stagione in cui tutti si amano – esclama il vecchio taccagno – una vera epidemia. Ma a me non importa niente: tutti mi odiano, e io odio tutti". Paperino invece la pensa diversamente e vede nel Natale l’occasione per fare qualche lavoretto e magari farsi invitare a pranzo dallo zio. In varie storie lo troviamo impegnato a cercare regali, addobbare l’albero o preparare il tacchino (ma una volta ha preferito acquistare 49 biglietti della lotteria, naturalmente vinta da Gastone che aveva preso il cinquantesimo). Da sempre, o quasi, le feste di Natale vengono ricordate dagli eroi di carta: Dick Tracy qualche volta scopre di avere anche un cuore e fa dei regali ai criminali che ha catturato, mentre Milton Caniff e altri autori di storie di guerra nella striscia del 25 dicembre ricordano i caduti o i tanti soldati impegnati su vari fronti, perché l’America è sempre in guerra. Natale e altre festività tipiche della storia americana compaiono spesso nelle strisce dei Peanuts, soprattutto quelle del Giorno del ringraziamento o di Halloween, la festa delle zucche, sostituite nelle prime traduzioni su Linus dal Grande Cocomero. Sin dai primi anni del Novecento i pochi giornalini in circolazione (in Italia in pratica il solo Corriere dei Piccoli) ricordavano la festa. Nel 1928 sulla prima pagina del Corrierino c’è una tavola di Carlo Bisi con "il vecchio Natale \ che ha un’auto originale" con quattro scatoloni al posto delle ruote. La singolare macchina è però troppo carica di doni, per cui le ruote cedono: ne escono "quattro panettoni \ che poi rotolano in fretta \ sino all’ultima vignetta" festosamente accolti da una tavolata con tutti gli eroi del Corrierino, da Bonaventura a Petronilla, da Marmittone a Fortunello. Tradizioni diverse – il pudding, l’abete addobbato, Babbo Natale, ecc. – sui giornalini britannici, con storie che risentono talvolta del clima dei romanzi di Dickens, ma anche con personaggi (l’elefantino Jumbo, Tiger Tim, ecc.), portati in Italia dai settimanali Jumbo o Tigre Tino. Queste tradizioni natalizie nel dopoguerra si sono un po’ dissolte, oggi sono praticamente scomparse. L’ultima tavola da ricordare risale al 1941: Marmittone è al fronte, in Russia e "babbo, mamma e la sorella \ non avendo altra novella \ tornan pieni di mestizia \ dalla messa natalizia". Ma nel cuore della notte qualcuno bussa e "spalancatosi il portone \ chi compare? Marmittone. \ In licenza fu mandato \ come ottimo soldato". Un lieto fine in un anno drammatico. (Carlo Scaringi).