26 Giugno 2011 01:55

Capitan Miki, il migliore dei “piccoli”

Capitan Miki nella versione del 1997 coi testi di Alberto Arato e i disegni di Lina Venturini e Birago BalzanoAll’inizio il mondo delle nuvolette era popolato da bambini di ogni genere: monelli di strada come Yellow Kid, dispetttosi come Bibì e Bibò, antipatici come Buster Brown o sognatori come Little Nemo, senza contare Bilbolbul, Quadratino e gli altri del Corriere dei Piccoli. Poi sono cresciuti e sul finire degli anni Venti ecco arrivare Tim Tyler e Spud Slavins, due intraprendenti ragazzotti americani che volevano conquistare (o semplicemente scoprire) il mondo e invece s’impantaneranno nell’Africa Nera, allora dominata dai colonialisti bianchi. I due – ideati e disegnati da Lyman Young – arrivarono in Italia nel 1934 sulle pagine dell’Avventuroso di Nerbini. L’editore fiorentino gli diede due nomi toscaneggianti, come Cino e Franco, divenuti subito popolari tra i giovani. Sulla loro scia, nacquero in Italia – favoriti dalle direttive del regime che osteggiava i fumetti americani e voleva una gioventù coraggiosa e forte fisicamente – molte coppie di ragazzi avventurosi, spericolati, ardimentosi sempre in giro per il mondo (soprattutto in Africa e altri Paesi esotici) per tenere alto il prestigio dell’Italia, come Gino e Gianni (testi di Pedrocchi, disegni di Albertarelli) o Dino e Dario, che erano quasi la copia dei due giovani americani. Ma il CapitanMikiScudovero boom si ebbe negli anni Quaranta, con tanti piccoli eroi, quasi tutti protagonisti di avventure western. Alcuni uscivano da quei binari, come i 3 P di Jacovitti o il trio di Sciuscià, o Nat del Santa Cruz, ma erano le classiche eccezioni, al pari di Forza John, una serie di albetti a striscia scritti da Luigi Grecchi e disegnati da Erio Nicolò, con un giovane pilota impegnato in spericolate avventure aeree. La serie dei piccoli eroi del West venne aperta nel 1948 dal Piccolo Sceriffo di Torelli e Zuffi e proseguita nel 1951 da Capitan Miki, da cui derivarono poi il Piccolo Ranger, creato nel 1958 da Lavezzolo e disegnato da Gamba e da Un ragazzo nel Far West (ancora 1958), da ricordare soprattutto perché ha segnato il debutto di Sergio Bonelli come sceneggiatore. In mezzo a questi, ma decisamente più modesti, c’erano anche il piccolo sergente Dixy Scott, e Il piccolo trapper. Ma il migliore di tutti, “vissuto” per almeno 16 anni, dal l. luglio 1951 al 15 ottobre 1967, è stato Capitan Miki, un personaggio ideato e disegnato dalla CapitanMiki120EsseGesse, ovvero il trio torinese formato da Giovanni Sinchetto, Dario Guzzon e Pietro Sartoris, che realizzò per la Dardo almeno 800 albetti a striscia. Protagonista centrale era il giovane Miki che entra nel corpo dei Rangers per vendicare la morte di un amico, ucciso dall’avvoltoio, un rinnegato bianco che alla testa di un gruppo di indiani ribelli terrorizzava i pacifici coloni. La caccia di Miki è coronata da successo e il ragazzo comincia la scalata ai vertici militari, fino al grado di capitano, con cui è diventato popolare tra i tanti lettori di ieri e di oggi (perché le sue avventure hanno avuto, negli anni, infinite ristampe). Fedeli compagni di Miki sono Doppio Rhum (“quasi un padre per me” dice spesso il piccolo eroe) e il dottor Salasso, una coppia di azzeccate “spalle” che rendono scorrevoli e piacevoli i vari episodi. Non manca anche una graziosa ragazza, Susy, la figlia del colonnello: ma Miki è sempre troppo impegnato per farle una vera corte, anche se poi il lieto fine è dietro l’angolo. Giocando con i classici ingredienti e i personaggi tipici di ogni storia della Frontiera, cattivi compresi come Magic Face e altri, i tre autori – che hanno realizzato anche altri due popolari cicli, come il Grande Blek e il Comandante Mark – hanno creato una saga western per grandi e piccoli che ha retto all’usura del tempo. (Articolo di Carlo Scaringi).

Una risposta a “Capitan Miki, il migliore dei “piccoli””

  1. Quasi 70 anni vissuti al fianco di Blek Miki Kinowa la mia infanzia la mia vecchiaia e chissà….Grazie a questi eroi e al trio della EsseGesse grazie ragazzi e fate conoscere anche lassù i ns eroi e grazie ancora

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