12 Aprile 2011 06:30

Fantomas, il padre dei fumetti neri

fantomas70Un uomo che si era nascosto all’interno di una campana viene ucciso dall’oscillazione del battaglio, che diffonde così lugubri rintocchi di morte. E’ una delle tante scene a forti tinte che si trovano nei romanzi di Fantomas, il Genio del Male creato un secolo fa da due giornalisti francesi. La stessa situazione c’è nel secondo albo di Diabolik, “L’inafferrabile criminale”, l’eroe dei fumetti che le sorelle Giussani hanno ideato nel 1962, ispirandosi appunto alle imprese del celebre criminale francese. Per saperne di più è necessario fare un passo indietro, come nei romanzi d’appendice, perché questo è il clima in cui è nato Fantomas. Per lungo tempo la letteratura d’appendice ha proposto storie di forte spessore storico e sociale scritte da alcuni grandi della cultura francese, e non solo, come Victor Hugo, i Dumas padre e figlio o Eugène Sue. In Italia invece si raccontavano, e si leggevano, vicende lacrimose, opera per lo più di quell’”onesta gallina della letteratura italiana”, secondo Fantomas02Gramsci, ma dalle uova d’oro, almeno per gli editori, che era Carolina Invernizio. Un’inversione di tendenza si ebbe all’inizio del Novecento con la nascita di due personaggi, francesi entrambi, che avrebbero rivoluzionato il mondo dell’avventura. Se Arsenio Lupin, creato da Maurice Leblanc nel 1905, era un ladro imprendibile, abile a travestirsi e compiere imprese rocambolesche e beffarde, Fantomas era invece un criminale allo stato puro, con le stesse doti di Lupin ma con una malvagità maggiore. Il primo era un ladro, quasi un moderno Robin Hood, mentre Fantomas metteva le sue doti solo al servizio del Male. Ideato nel 1911 da due giornalisti dell’”Auto”, Marcel Allain (1885-1969) e Pierre Souvestre (1874-1914), è protagonista di 32 romanzi, caratterizzati da titoli fin troppo espliciti nella loro sintetica drammaticità. “Il terrore mascherato” era il primo, seguito, citiamo alla rinfusa, da altri che proponevano situazioni sempre inquietanti, come l’impiccato senza volto, il teschio del Transvaal, la campana di sangue, la bara vuota, lo spettro di Montmartre, e così via in un crescendo di terrore e di tensione che catturava i lettori, non solo per la crudezza di molte situazioni (il Male ha il suo fascino), ma anche per la scaltrezza dei colpi, la genialità dei trucchi, il cinismo e l’indifferenza con cui uccide gli avversari, peraltro non privi di colpe. Fantomas riesce sempre a sfuggire alla giustizia, proprio come qualche decennio dopo farà Diabolik. Il poliziotto Juve, che gli dà la caccia dal primo volume, e il giovane Fandor – un giornalista che insegue improbabili scoop – collezionano scacchi su scacchi, e ogni volta che il successo sembra dietro l’angolo, maggiore è la delusione. L’ultimo duello si svolge a bordo di un piroscafo che affonda nell’oceano. Prima di scomparire, FantomasFilmPosterJuve e Fantomas scoprono di essere gemelli, separati alla nascita e avviati a destini differenti, un po’ come Mandrake e il Cobra. Qualche anno dopo Allain riporterà in vita, in una dozzina di romanzi poco riusciti, i tre protagonisti, con un piccolo colpo di scena: Fantomas era stato salvato dal sottomarino che aveva silurato la nave, mentre Juve e Fandor erano finiti ibernati all’interno di un iceberg, la stessa soluzione escogitata da Stan Lee per risuscitare Capitan America, il primo supereroe nemico dei nazisti, morto al termine del secondo conflitto mondiale e rinato nel 1964 in piena guerra fredda. Un personaggio con una forte personalità come Fantomas, avventuroso e quasi cinematografico (come dimostrano i molti film che ha ispirato), curiosamente non ha avuto versioni a fumetti. In questo periodo Luigi Bernardi e il disegnatore Onofrio Catacchio stanno preparando una lunga storia di Fantomas, divisa in tre volumi, editi da BD e in uscita a fine anno. Finora Fantomas ha fornito solo una valanga di suggerimenti agli autori di comics, che hanno preferito creare altri eroi, sempre negativi, seppure molto simili, come Fantax, il giustiziere mascherato, ideato nel 1945 dai francesi Navarro e Mouchotte, che ebbe i suoi guai per la violenza di alcune scene, al pari di Diabolik delle sorelle Giussani, all’inizio messo quasi all’indice, come altri eroi neri in “k”, nati sulla sua scia. Nei primi albi di Diabolik c’erano molte citazioni delle imprese e dei trucchi di Fantomas, ma poi le storie hanno assunto un taglio originale, anche perché l’eroe delle sorelle Giussani è un personaggio di oggi, che usa al meglio (o al peggio) tutte le risorse di una tecnologia sconosciuta ai tempi di Fantomas. Ma i risultati sono gli stessi. (Articolo di Carlo Scaringi).