1 Aprile 2011 05:10

Seicento volte Zagor. O no?

zag0600Nelle collane della Sergio Bonelli Editore i numeri “centenari” propongono sempre episodi completi e a colori, realizzati spesso dai migliori autori della casa. E’ già successo con Tex, ormai oltre il traguardo dei 600 numeri, con Martin Mystère, Julia, Magico Vento, ecc., e accadrà, all’inizio del prossimo autunno, con Dylan Dog, adesso a un passo dal numero 300. La simpatica tradizione si è invece interrotta in questi giorni: l’albo numero 600 di Zagor, in edicola dall’inizio di aprile, è infatti nel solito bianconero, e con un titolo forse non troppo originale, “A volte ritornano”. Il “mystero”, per dirla con il linguaggio del BVZM creato da Castelli, è presto svelato. Le storie di Zagor sono infatti inserite in una delle prime collane mensili uscite nel classico formato bonelliano, quella denominata Zenith Gigante, apparsa per la prima volta nel gennaio del 1960, oltre un anno prima della nascita di Zagor. Nei primi 51 numeri questa collana propose una serie di ristampe di alcuni famosi albi a striscia (Hondo, Kociss, Un ragazzo nel Far West e altri, sceneggiati da papà Bonelli) e solo dal numero 52 del luglio 1965 vi vennero inserite le storie di Zagor, prima con la riproposta delle serie a striscia e poi con storie inedite, quelle che da decenni ormai costituiscono una delle più antiche collane della Bonelli, dopo Tex ovviamente. Con cinquant’anni di continui successi alle spalle, Zagor – apparso per la prima volta il 15 giugno 1961, ideato da Sergio Nolitta (ovvero Bonelli) e disegnato a lungo, e ancor oggi, da Gallieno Ferri – è uno dei più popolari personaggi del fumetto italiano, un eroe del West che in qualche modo anticipava la nascita del classico mondo della Frontiera. Un West fantastico, quasi magico, racchiuso nella foresta di Darkwood, dove regna Za-gor-te-nay, come lo chiamano gli indiani di cui è amico. Rispettato anche dai bianchi per la sua onestà, Zagor vola da un albero all’altro come Tarzan, lancia la sua scure di pietra contro i nemici e preferisce i suoi pugni alle armi classiche. E’ accompagnato da Cico, abbreviazione di un nome nobile e lunghissimo, messicano più grasso che alto, pauroso ma sempre utile nei momenti di pericolo. Ha avuto sceneggiatori illustri oltre a Sergio Bonelli, dal padre Gianluigi allo stesso Ferri, da Castelli a Sclavi, a Boselli, Burattini, Toninelli, ecc. ed è stato disegnato da vari maestri del fumetto italiano che si sono alternati con Gallieno Ferri – ancor oggi copertinista della collana – a far crescere questo simpatico eroe di avventure, talora perfino incredibili ma sempre divertenti e ricche di suggestione. (Articolo di Carlo Scaringi).