18 Dicembre 2010 07:45

Pubblicità e fumetti: un matrimonio felice

Tintin kangourak salik pubblicitàViviamo da tempo nella società dello spettacolo e dell’immagine, per cui è ovvio che i messaggi pubblicitari riflettano questo clima. Scomparso da un secolo il sempre rimpianto Carosello, la pubblicità televisiva è ora sostituita da brevi e veloci spot, in cui campioni dello sport o divi del piccolo e grande schermo lanciano perentori inviti a un consumismo sempre più sfrenato. Totti gira con un furgoncino per convincerci a telefonare, Del Piero si crede san Francesco e parla con un passerotto, attrici più belle che brave vendono divani o danno il ad_pepsipete_420816 rube goldberg 16 agosto 1942 pubblicità Pepsiprimo calcio allo stadio, e così via. Da questi messaggi sono scomparsi quasi totalmente i personaggi dei fumetti, che invece in un lontano passato erano usati in abbondanza dai pubblicitari, soprattutto nel settore dei dolciumi e dei giocattoli. Diversi disegnatori si sono dedicati Cavazzano Mentadent 1980 1a questo “secondo lavoro”, come Guido Crepax, per esempio, che ha iniziato la sua carriera vincendo nel 1957 una Palma d’oro della pubblicità. Il papà di Valentina, ovviamente, arricchiva le sue vignette con belle ragazze, che anticipavano il suo personaggio più famoso e pubblicizzavano P1010003 Olivia pubblicitàgomme per automobili o raffinati tessuti. Per qualche tempo Crepax propose anche la stessa Valentina, ma in varie versioni: in calze nere e profonde scollature per le riviste di lusso, in tuta e maglioni per la stampa sportiva, e ringiovanita e in motorino per i periodici per ragazzi, Giornalino compreso. La Valentina più vera compariva invece in una serie di Clear 1 2tavole realizzate per un noto shampoo, raccolte sotto il titolo “Sta in agguato dietro di te” (la forfora, ovviamente). Oltre a Crepax, a questa fortunata campagna pubblicitaria parteciparono altri maestri del fumetto, come Sergio Toppi, Milo Manara, Clear 5 6ecc. Più frequente è stato invece l’uso di immagini e personaggi dei fumetti: già nei primi anni del Novecento Yellow Kid compariva sulle copertine dei quaderni, sui bottoni e altri oggetti di uso comune mentre nel 1918 Happy Hooligan, il popolare Fortunello, passava dal Corriere dei Piccoli al Corriere della Sera in una pubblicità di cioccolatini. La storia del fumetto, o del costume, è ricca di esempi. Negli anni Quaranta Superman e altri eroi di carta lanciavano messaggi patriottici, poi sostituiti da campagne pubblicitarie che esaltavano (con Superman) la solidità della National Crepax ASTBank o, in Italia, i trenini elettrici che naturalmente erano “più veloci della luce”. Blondie, simbolo insuperato della casalinga americana, magari un po’ spendacciona, esaltava i pregi della Bank of America e del risparmio, mentre l’elegante Rip Kirby non poteva che sponsorizzare gli abiti maschili. In Italia il periodo migliore di questo lungo sodalizio si ebbe negli anni Sessanta e Settanta, con l’invasione di gelati marcati Cocco Bill o di formaggini offerti dall’Orso Yoghi, senza contare che perfino Asterix dimenticò il suo sciovinismo a favore di una celebre crema di cacao e nocciole. Le strisce di Charlie Brown e compagni finirono incise sui biscotti mentre gli eroi disneyani erano da sempre massicciamente presenti su Topolino e altri periodici della casa. Già negli anni Trenta Topolino regalava figurine, caramelle, giocattoli e una “potente macchina di guerra” a chi acquistava calzini e maglie d’una certa azienda: la guerra era vicina e bisognava essere pronti. (Articolo di Carlo Scaringi).