Ha avuto luogo oggi l’udienza al Tribunale di Bruxelles sulla vexata questio dell’albo Tintin in Congo di Hergé del 1930, come annunciato su afNews. La prossima avrà luogo il 31 maggio 2010. Tra la richiesta di “distruggere” l’albo, a quella di dotarlo di una fascetta d’avviso, a quella di inserire una prefazione contestualizzante il colonialismo paternalistico e carico di pregiudizi dell’epoca, si sono sviluppate, fuori del Tribunale, una quantità di opinioni, in Belgio, in Francia e in svariati altri paesi del mondo. Ci si potrebbe chiedere come mai tutto questo succede per Tintin e non per Il Libro della Giungla o altri libri per bambini o ragazzi, seriamente infarciti di pregiudizi razziali e razzisti, o, pur restando limitati al caso Tintin, per i primi albi ambientati in Unione Sovietica, Stati Untiti d’America, o Sud America, anch’essi naïf e discutibili, ma così vanno le cose della vita. A casaccio. Casualmente per questo fumetto c’è stato chi era così motivato da andare fino in Tribunale. Per tutti gli altri (e sono davvero tanti), no. Alla prossima. E, forse, a casi analoghi in Italia?
