8 Maggio 2010 01:19

La sordida e triste avventura di Tintin

FinancialTimesTintin Se della faccenda se ne occupa il Financial Times, è roba seria. La “faccenda” è uno dei business più lucrativi del Belgio (almeno, fino alla crisi), quello della gestione dei diritti di Hergé, della sua opera, di Tintin insomma, da parte della Moulinsart, la società della ex vedova di Hergé, Fanny Vlamynck, e del di lei molto più giovane attuale sposo, che amministra il tutto con pugno di ferro, il britannico Nick Rodwell. Tutta la storia è raccontata, in dettaglio, da Stanley Pignal, forse non a caso in inglese e sulla rivista economica londinese: in Belgio un articolo così qualche problemuccio lo avrebbe probabilmente scatenato. E non tanto per i dettagli su come la recessione abbia punito la strategia di marketing snob della Moulinsart, tagliando i risultati del 50% rispetto al 2005, secondo quanto riportalo dal FT, o perché la faraonica impresa del Museo Hergé, vero e proprio mausoleo funebre, oltre a essere costato 20 milioni di euro alla Vlamynck, le costa tuttora 2 milioni l’anno per star dietro ai debiti (bruciando così gli incassi delle vendite mondiali degli albi a fumetti) e si carica di critiche (nonostante l’estetica pregevole) per essere quanto di più distante possa esistere per i bambini (che erano il vero pubblico di Tintin, quando Tintin era “vivo”). Tintin su EisnerNo, le questioni finanziarie ed economiche ai lettori non interessano poi più di tanto. Quel che viene, nuovamente, messo sotto il riflettore è “la brutta atmosfera” che i fan respirano da anni, ormai. Anni che decorrono inesorabilmente dall’avvento della “gestione Rodwell”. A chiudere la pagina, non manca nemmeno il tristissimo caso di Bob Garcia, il fan di Tintin distrutto in Tribunale (e quindi finanziariamente) dalla dura repressione della Moulinsart. Rodwell sa di essere “l’uomo più impopolare del Belgio”, ma dice che si tratta del prezzo da pagare per difendere l’integrità di Tintin. Gli scafati e cinici italiani, che ne vedono di cotte e di crude, forse azzarderebbero spiegazioni meno eroiche. In ogni caso, l’impressione che i fan di Tintin hanno ricavato, dopo diversi anni di questo genere, è ben riassunta dal nipote di Hergé quando dice che questa “avventura di Tintin” è “… sordida e triste”. Le altre, erano proprio tutta un’altra faccenda.