12 Febbraio 2010 01:23

Dieci anni senza i Peanuts

Peanuts Hi Snoopy Charles M. Schulz è morto il 12 febbraio del 2000 e da quel giorno le strisce dei Peanuts sono assenti dai quotidiani. Un vuoto colmato solo in parte dalle periodiche ristampe, perché la striscia dei Peanuts anche se in apparenza fuori dal tempo, ci ha narrato, giorno dopo giorno, le piccole storie di una realtà nella quale tutti finivano per riconoscersi. Schulz non è stato solo un bravo disegnatore che ha affinato il suo stile anno dopo anno, ma è stato soprattutto un grande poeta che ha saputo scavare nell’animo umano, narrandolo attraverso le piccole, quasi insignificanti storie di quell’universo di soli bambini che per mezzo secolo, dal 2 ottobre 1950 quando uscì la prima striscia, ha divertito i lettori, più grandi che piccoli per la verità, di tutto il mondo. Nei protagonisti di questa lunga saga, Schulz ha rispecchiato tutti i vizi, tanti, e i pregi, pochi, del mondo. C’è Lucy, bambina apparentemente saccente e molto dispettosa, c’è Schroeder, che vive solo per la Charlie Brownmusica di Beethoven, c’è Linus attaccato alla sua coperta, e ci sono altri personaggi di contorno, ciascuno con le sue caratteristiche. Ma i protagonisti principali sono Charlie Brown, figlio di un barbiere come Schulz, e il bracchetto Snoopy. Il primo è un perdente nato, la sua squadra di baseball non vince mai, il suo aquilone non riesce a volare, e la bambina dai capelli rossi continua a ignorarlo. Ma è un buono, un ottimista che non vuole arrendersi, proprio come Snoopy che pur essendo un cane, è forse il più umano della compagnia. E’ un sognatore, forse un ambizioso, anche un po’ Peanutsmegalomane (nella sua cuccia ci sono un biliardo e un Van Gogh originale), si crede un abile pilota della prima guerra mondiale o un campione di pattinaggio. Vorrebbe essere uno scrittore di successo, ma non è mai andato oltre un incipit che lascia con il fiato sospeso, come “Era una notte buia e tempestosa…”. Non si è mai arreso, e la sua ostinazione, o la sua folle fantasia, sono – insieme al buonismo e al rassegnato fatalismo di Charlie Brown – l’unico antidoto per combattere i problemi della vita, evitando i consigli, a pagamento, di Lucy, psicanalista improvvisata, che dietro un traballante chioschetto trova la soluzione per tutto. Basta pagare la visita: prima 5 cents, poi 7, infine 10 un po’ perché la vita aumenta, e un po’ perché, forse, ha fatto carriera. (Carlo Scaringi).