4 Agosto 2009 00:15

La satira di Li’l Abner

Al Capp - Li'l Abner 12 ottobre 1947Con le avventure di Li’l Abner – tipico contadino, tutto scarpe grosse e cervello fino – Al Capp ha raccontato per oltre quarant’anni (dal 13 agosto 1934, quando apparve la prima striscia, alla sua morte, alla fine del 1979) la società e il costume americani visti con la lente deformante della satira. Al Capp era nato giusto un secolo fa, nel 1909, e si chiamava Alfred Gerald Caplin, un nome forse troppo lungo da ricordare. Meglio Al Capp, breve e soprattutto incisivo come uno schiaffo. Nel corso degli anni Al Capp ha spesso colpito, con bonaria cattiveria, gli aspetti deteriori del costume americano, con un’indipendenza che gli è talora valsa accuse da destra e da sinistra, ma anche elogi, come quello dello scrittore John Steinbeck che nei primi anni Cinquanta giudicò questo autore degno del Nobel. Qualche volta Al Capp è scivolato anche nella politica internazionale, come negli anni della guerra fredda quando ha inviato Li’l Abner in missione in Slobbovia, terra gelida, desolata, dimenticata da Dio, che ricordava tanto l’URSS di quel periodo. Ma normalmente Al Capp ha preferito occuparsi, con pungente ironia, del suo Paese, facendo anche affiorare – nelle storie di Li’l Abner e degli abitanti di quel piccolo mondo antico che è Dogpatch – un senso di nazionalismo e di grande fiducia, malgrado tutto, in quel Paese più grande che sono Al Capp - Li'l Abner 1938gli Stati Uniti. In qualche storia Li’l Abner è visto come un campione dell’”homo amerikanus” che supplisce alle sue carenze intellettuali (ma non di furbizia) con la forza fisica, la bellezza virile e la sanità della vita contadina. Una delle storie in cui più chiaramente emergono tutti questi motivi è la saga raccolta sotto il titolo “Alla ricerca della bella fiola” pubblicata sui quotidiani americani tra il 18 gennaio 1950 e l’11 gennaio successivo. E’ un pirotecnico susseguirsi di eventi che trasportano Li’l Abner alla ricerca della ragazza che aveva intravisto su un albo di Fearless Fosdick, altro personaggio di Al Capp, caricatura dei poliziotti americani. Non mancano, in questo lungo viaggio di carta, aspetti di politica internazionale, ma gli strali si appuntano soprattutto sul suo Paese, come avviene in molte altre storie, per esempio quelle del ciclo del “Sadie Hawsink Day”, una festa di lontane origini scozzesi che vede, un giorno all’anno, le zitelle di Dogpatch scatenarsi alla caccia degli scapoli del villaggio. Le storie migliori sono quelle ambientate a Dogpatch, patria di quei “buzzurri” – vecchie sdentate come Mamma Yokum, uomini sfaticati, fanciulle vogliose e tanti maiali sparsi qua e là come i salami di Jacovitti – protagonisti di vicende ora idilliache, ora amare, ora divertenti, ora cattive, ma sempre specchi fedeli di quella provincia rurale americana da “profondo Sud”. A tratti sembra che anche Li’l Abner ne sia risucchiato. Ma riesce sempre a venirne fuori, con la sua furbizia e con l’aiuto di Daisy Mae, una delle tante belle “fiole” che Al Capp ha sparpagliato nelle sue strisce. [Articolo di Carlo Scaringi]