12 Giugno 2009 08:18

Siti internet a rischio?

In un periodo in cui vengono approvate leggi estremamente controverse e dibattute, come quella sui clandestini (i cui effetti potrebbero, secondo la magistratura, bloccare l’attività giudiziaria, oltre a impedire i diritti fondamentali dei bambini che nascono in Italia), o quella, duramente contestata da giornalisti ed editori insieme, che potrebbe bloccare parte dell’attività di polizia e limitare il diritto costituzionale della libertà di stampa e di informazione, ecco che ci viene segnalato un altro aspetto che sta preoccupando chi opera su Internet, e quindi anche noi. Si tratta dell’emendamento all’articolo 50 (emendamento D’Alia, articolo 50 bis “Repressione di attività di apologia o incitamento di associazioni criminose o di attività illecite compiuta a mezzo internet“), già approvato al Senato, che se da un lato sembra essere utile per bloccare (anzi, filtrare “attraverso gli appositi strumenti di filtraggio necessari a tal fine”: sarano tipo quelli usati in Cina, molto efficaci?) i siti internet che ospitano esaltazioni del nazifascismo, del razzismo, della pedofilia, della mafia et similia, può essere applicato (leggetelo qui nel sito del Senato: click) anche a chi incita a disobbedire alle leggi tout court. Avrebbe potuto essere applicato, per dire, al sito di Forza Italia quando Berlusconi incitava a non pagare le tasse, perché ritenute inique, o al sito della Lega Nord quando Bossi incitava a non pagare il Canone RAI ecc. Oggi potrebbe essere applicato a un sito che pubblichi una vignetta in cui si suggerisce ai medici di non denunciare gli extracomunitari senza permesso di soggiorno bisognosi di cure?