18 Aprile 2009 22:24

MoisEditoriale – Pinar

Pinar
Pinar. Sembra il nome di un’eroina da telenovela, qualcosa che rievoca tranquilli pomeriggi televisivi. E invece il Pinar è un cargo turco che ha raccolto un gruppo di miganti in balia del mare. Opera lodevole di solidarietà e – verrebbe da commentare – di normale umanità. Purtroppo adesso il cargo Pinar si trova bloccato dal braccio di ferro diplomatico-scaricabarile fra Malta e l’Italia. Inutile dire che nessuno li vuole, questi scalcagnati migranti tirati via per il rotto della cuffia dalle grinfie di Nettuno! Uomini, donne, bambini, tutti lì, sul ponte della Pinar, esposti alle intemperie, con la spada di Damocle della carenza di acqua, viveri e speranza che penzola sulle loro teste! Tutti lì ad aspettare che l’eterno battibecco diplomatico trovi uno sbocco, una mediazione, un sotterfugio che permetta ad uno dei contendenti di sbolognare la patata bollente al vicino. Che mirabile esempio di solidarietà, che smagliante simbolo di amore per il prossimo questo miserrimo teatrino politico sulla pelle delle persone! Ho detto persone? Pardòn, non sono mica dei nostri gli sfigati ospiti della Pinar! Non meritano cordgolio, compassione, visite del premier o passaggi in tivvù, nevvero? Sono solo un gruppo di sfigati che aspettano, aspettano, aspettano ed ogni tanto qualcuno smette di aspettare e se ne torna buono buono alla sua originaria destinazione… nel triste regno di Davy Jones.
Il MoisEditoriale di oggi si ispira a questa notizia. By Moise