12 Gennaio 2009 12:25

Ottant’anni di pugni e spinaci

Popeye su Linus - photo Goria - clickBraccio di Ferro è nato, già anziano e arrabbiato, giovedì 17 gennaio 1929 sulle pagine del New York Evening Standard, e ha avuto il potere di far arricchire il padre (l’umorista e disegnatore americano Elzie Crisler Segar) e quanti successivamente ne hanno narrato le avventure sulla carta stampata e in decine di cortometraggi animati. Ma quelli che più gli sono stati riconoscenti, sono stati i produttori di spinaci, che gli hanno eretto un monumento – non metaforico: a Crystal City nel Texas esiste davvero [eretta il 26 marzo 1937, NdR] – in segno di sincera gratitudine per l’impulso dato alla vendita di questo ortaggio, indispensabile per rafforzare i muscoli di questo eroe di carta. Sono ormai decenni che Popeye (questo il suo nome originale) riempie di pugni quanti gli fanno saltare la mosca al naso, un lungo arco di tempo che ormai pesa, non solo anagraficamente, sulla qualità delle sue avventure che dopo la scomparsa del suo autore, morto ancora giovane nel 1938, si sono commercializzate perché l’erede di Segar, quel Bud Sagendorf che ha Popeye nei francobolli - USA 1995 - photo Goria - click continuato la striscia, non aveva la fantasia e l’inventiva del primo, per cui le storie, divenute più prevedibili, hanno perso molto della carica polemica e Popeye è diventato un marinaio sempre più astioso e rissoso, privo di quella carica di umanità e di ribellione contro tutto il mondo che aveva nei primi anni Trenta, quando si scontrava con i nemici di sempre, da Brutus (o Bluto, secondo la versione originale), la Strega dei Mari o le dispettose Arpie. Sia nelle strisce che nei cortometraggi animati, prodotti per lo dai fratelli Fleischer, a quell’epoca rivali e concorrenti di Walt Disney, Braccio di Ferro non è mai solo: lo accompagnano, lo aiutano, spesso lo ostacolano o lo infastidiscono, Olivia, segaligna e insopportabile, eterna fidanzata e simbolo esasperato del Olive Oyl in una pubblicità - photo Goria - clickmatriarcato americano, Poldo, parassita sbafatore, ingordo personaggio negativo, messo lì per far meglio risaltare le qualità positive di Popeye, e il padre del nostro eroe, Braccio di Legno, 99 anni, rozzo e selvaggio, simbolo vivente del passato e della “vecchia frontiera”. Sono tre personaggi di contorno (ma ce ne sono altri, come il piccolo Pisellino o il Gip, strano quadrupede con magici poteri, fra cui quello dell’invisibilità e di dire sempre la verità) che danno alle storie una dimensione completa e costituiscono una sorta di piedistallo su cui si assiede trionfante Braccio di Ferro, che forse ha spesso combattuto contro i mulini a vento, ma anche contro i fantasmi della “grande depressione” del 1929. [Carlo Scaringi]