Crocifissi…

Sebben ch’io sia agnostico ormai da un pezzo, pure mi puzza sempre di blasfemia (e ancora m’infastidisce assai), vedere usati simboli religiosi (peraltro, ahi noi, entrati nella cultura tradizionale nazional popolare, quindi già privati, in tali contesti, di ogni valenza spirituale, equiparandoli sostanzialmente a una qualsivoglia sagra delle patate, con tutto il rispetto possibile anche per le patate) per scopi evidentemente e squallidamente propagandistico-elettorali.
La spiritualità è davvero tutt’altra cosa, questo è evidente. Che un Gesù crocifisso e sofferente appeso a un muro sia simbolo di non so cosa per il ministro Bussetti (o entità similare), poi, mi lascia perplesso. Chissà di cosa parla.
Se si riferisce al Cristianesimo Cattolico, temo non abbia capito un granché. Se si riferisce al Cristianesimo in genere, beh, allora sarebbe il caso di valutare una croce senza corpo, simbolo di Resurrezione, ma comunque, che cavolo c’entra con le aule di una scuola laica? Se si riferisce a simboli religiosi di spiritualità, allora il loro posto migliore non è sui muri, ma nei cuori. Se si riferisce alle tradizioni popolari locali, infarcite di superstizione e di ogni cosa meno che dei valori fondamentali dei Vangeli, allora è meglio lasciarli perdere e, in ogni caso, sicuramente non c’entrano nulla con le scuole di uno stato laico, o, meglio, non confessionale.
Insomma… ciao, eh!

Articolo che ha stimolato la precedente considerazione:
milano.repubblica.it/2018/11/23/crocifisso_nelle_aule_ministro_bussetti

E già che ci sono, mi viene in mente che i principi essenziali di alcune religioni o filosofie, sono comuni dappertutto, anche perché utili alla sopravvivenza della specie umana, che sopravvive (e si evolve) solo in comunità serene. Cose tipo solidarietà, uguaglianza, libertà, amore ecc., per dire.
Le differenze, a mio avviso, arrivano sul resto, sulle elaborazioni, sulle situazioni decontestualizzate.
Sempre a titolo di esempio, nei Vangeli non trovi un Gesù che dice “dagli al gay!”. Eppure alcuni cristiani sono omofobi e lo motivano con la propria adesione religiosa. Per carità, è pure vero che alcuni cristiani (come chiunque altro) sono assassini ecc. sempre giustificandosi citando la religione, ma dovrebbe esser chiaro cosa intendo.
Per trovare una sorta di giustificazione all’omofobia bisogna andare indietro, a scavare nella Bibbia ebraica dalle parti di Sodoma e Gomorra, e ancora più in là, verso l’anatema (si fa per dire) sulla masturbazione. Ecco il problema della decontestualizzazione.
Un popolo di pochissime persone, come quello degli Ebrei illo tempore, che, IMHO, aveva di conseguenza la necessità impellente di incrementare la propria popolazione per aumentare le speranze di sopravvivenza, è scontato che cercasse di limitare al massimo, se non bandire del tutto, comportamenti che, nell’ignoranza scientifica dell’epoca, sembravano assolutamente nocivi per la riproduzione della specie. E, in fondo, nello stesso contesto ci navigava tranquillamente anche la sudditanza delle donne, che dovevano essere in qualche modo costrette a figliare a più non posso e al più presto possibile.
Tempi duri, in cui forse l’unico modo per legiferare abbastanza efficacemente su tali argomenti era imporli come dogmi religiosi (e quindi sanzionabili in modo terribile se non qui, in un altro-quando). E atteggiamenti di questo tipo li ritroviamo altrove, in passato, in popolazioni con problemi analoghi.
Ma che oggidì si continui a pensare in questo modo, senza rendersi conto della sostanza delle cose, è avvilente, oltre che dannoso proprio per la sopravvivenza della specie, che è legata all’esistenza e alla conservazione e moltiplicazione di comunità serene e scientificamente evolute.
Oh, sì, sì, sempre IMHO, va da sé. E chi va da sé, si sa, va per tre.


Alcuni dei crocifissi, più o meno drammatici, tipici dell’arte del legno del Sud Tirolo, che ho fotografato nel tempo.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: