Carlo Chendi e la Disney - rivelazioni?
Carlo Chendi - photo (c) Goria - click to zoom in at FlickrNicola Raimondi (che ringraziamo) ha sbobinato per noi una parte delle interviste fatte da Radio Kairos nell'ambito della questione Concina vs. Disney, di cui abbiamo parlato su afNews. Ve ne proponiamo qui dei brevissimi stralci, invitandovi, se interessati, ad ascoltare l'intervista per intero facendo click qui e scaricandola sul vostro computer. Ecco alcune delle afermazoni del noto sceneggiatore disneyano Carlo Chendi:
"Radio Kairos: ...che cosa ne pensi e, secondo te, appunto quali ne possano essere le ragioni [della crisi di Topolino, NdR] - Chendi: Mah, io credo che uno dei motivi è il cambio della società, quindi adesso sono attirati dal cellulare, da internet, dai videogiochi da tutta una serie di cose, quindi senz'altro c'è un calo da quel punto di vista che ha portato via lettori, però l'altro caso, secondo me, che è abbastanza significativo e che poteva in qualche modo parare questa perdita di questi mezzi moderni è il diverso target di lettori a cui i dirigenti... i direttori di Disney Convention 1994 - Autori Disney - al centro l'allora direttore Cavaglione di fianco a un giovane Goria- click to zoom in at FlickrTopolino hanno destinato il giornale. Una volta il giornale era per bambini 'adulti', cioè il giornale veniva comprato dai genitori, lo leggevano i figli, ma soprattutto lo leggevano i genitori, Se i genitori lo trovano divertente, interessante continuavano a comprarlo, adesso càpita che il giornale è fatto per bambini un po' scemi, detto tra virgolette. E compra il Topolino, lo porta a casa, il figlio magari lo legge, finito lo prende in mano e non lo trova divertente, per cui alla fine non lo compra e dice al figlio: ma non leggere queste scemenze! questa è la terra-terra. Secondo me al Topolino sono successe, non so... hanno sbagliato nei direttori. Il precedente, Cavaglione, veniva da Amica e la sua specialità era una rivista di moda, il secondo direttore era la Muci e veniva da un giornale di moda anche lei, se io chiamo... io ho un ribinetto che perde chiamo un premio Nobel della chimica: riparami il rubinetto! non mi provocherà che danni... ho bisogno di un idraulico e io credo che a Topolino sia mancato l'idraulico, ecco, sono stati messi dei premi Nobel, ma non gli idraulici. ... [omissis] ... E le storie sono fiacche... Io ho letto la lettera che ha mandato Còncina, dove si lamenta che in una storia gli hanno Torino Comics 2004 - Claretta Muci, allora direttrice di Topolino, Ivo Milazzo, Tito Faraci e Giorgio Cavazzano - photo (c) Goria - click to zoom in at Flickrsuggerito 18 cambiamenti e cose del genere, ma davvero, cioè, la Muci aveva creato una redazione con sette redattori che, praticamente, pigliavano in mano una trama e la mettevano ai voti, alla fine ciascuno suggeriva un cambiamento diciamo così snaturando tutto, detto proprio... non so io stesso non sono più riuscito a lavorare in quel ruolo. Io ho fatto tre... non è che non abbia bisogno, però non so almeno ho tante altre cose da fare. Ho fatto tre proposte, me le hanno rifiutate tutte e tre e io ho smesso, che senso ha, io che sono stato abituato per tutta la vita, come anche Còncina, probabilmente come Cimino che il direttore si fidava di noi, cioè una volta che ci aveva 'testati', sapeva cosa eravamo in grado di fare, quindi non ci controllava più. Cimino, addirittura, si faceva pagare le storie in anticipo prima ancora di scriverle, mandava il titolo senza fare la storia, perché il direttore si fidava... Adesso con sette redattori che, dTopolino 2000 pin - photo (c) Goria - click to zoom in at Flickretto tra di noi, non è che ne capiscano, non sono granché del mestiere, che si mettono lì ad esaminare le storie e poi cominciano a proporre cambiamenti che... insomma per un autore non hanno senso, poi non so sarebbe come se... non so... un grande giornalista, chessò Giorgio Bocca deve sottoporre ogni volta che fa l'articolo deve sottoporre l'articolo a sette redattori che dicono: no, questo non lo scrivi e metti questo... cioè o uno si fida di un autore o non lo fa lavorare... [omissis] ...Guardi, io ho lavorato dentro la Disney per 10 anni, ero un consulente esterno con ufficio dentro ed ero un po' il braccio sinistro di Capelli. Ora, finché c'era Capelli, era possibile parlare con lui in qualsiasi momento, dava ascolto a tutti. Con l'altro direttore, lavorando ancora dentro, una volta lo incontri in corrodoio... ti devo chiedere una cosa... una sciocchezza... dice: prendi appuntamento con la segretaria... per dire, non so... s'è creata non so una gerarchia, poi probabilmente visto che le cose vanno male, tutti i redattori e il direttore, cioè tutti lì dentro non si fanno trovare, cioè lei telefona non c'è nessuno, o sono a casa ammalati con l'influenza, sono fuori stanza o sono fuori sede, sono... poi lo dice anche Còncina, c'è un muro di gomma, nessuno risponde più. Radio Kairos: Sì, infatti anche noi avevamo provato a chiedere se c'era qualcuno della Disney che voleva intervenire in questa puntata, e, appunto, non abbiamo avuto risposte... Carlo Chendi: No, no, insomma... perché non sanno, Umberto Virri e Carlo Chendi - photo (c) Goria - click to zoom in at Flickrprimo non sanno cosa dire, no, no, no... è una situazione... è un delitto, ma ha visto... ci ho passato la vita su Topolino, io ho incominciato nel '54... non so... è stata... a parte il fatto che mi piaceva, i personaggi sono... sono... ancora orgoglioso adesso di aver scritto delle storie recitate dai più grandi attori del mondo che sono Paperino, Paperina, Topolino, non so per me è ancora motivo di orgoglio e vedere che... non so Topolino... ridotto così... mi dispiace, è un dolore... veramente. ... [omissis] ... Carlo Chendi: ... io tra l'altro ho... a causa degli anni che ho lavorato in editoria, ho amici editori che mi passano i tabulati reali di vendite e rese... Topolino, oggi, qualche volta è sotto le 90.000... insomma che è niente in confronto a quello che vendeva il Topolino... poi, ecco io quando lavoravo dentro la Disney negli anni... fine degli anni '90, il Topolino vendeva mediamente 350.000 copie con punte in qualche mese, non so tipo luglio con i 'gadget', così, si è arrivati a 1.000.000 di copie vendute, io ho i tabulati veri, un milione di copie vendute e mi ricordo quando la resa media era del 6%, quando c'era il 12% - il massimo- c'era una tragedia, tutti che si chiedevano perché una resa così alta, che sta succedendo, adesso la resa arriva il 40/45%..." Chendi rivela anche altro: ascoltate l'intervista completa e contestualizzata, nel Garage Eermetico.

Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Martedì, 29/1/2008
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