mercoledì 9 dicembre 2009

Buzzelli, un autore da (ri)scoprire

buzzellicharlieDa qualche tempo quotidiani e periodici offrono ai lettori una serie di prodotti, soprattutto CD musicali e film in DVD, forse per combattere la crisi di vendite. Adesso l’offerta si è allargata anche ai fumetti, offerti a prezzi non proprio economici, seppure in edizioni di qualità. In queste settimane il Corriere della Sera propone una collana dedicata ai 100 anni del fumetto italiano, con abbondanza di eroi popolari, come i bonelliani Zagor, Nathan Never, Dylan Dog, e altri altrettanto celebri. Un settimanale importante come Panorama ha risposto con una serie dedicata ai maestri del fumetto, italiano e straniero. Accanto ai molti autori proposti, da Will Eisner a Giardino, da Toppi a Pratt, da Pazienza a Crumb e così via, c’è anche Guido Buzzelli, un vero “maestro del fumetto” forse ingiustamente trascurato o addirittura ignorato in Italia, mentre è ancora apprezzato in Francia. Buzzelli, nato a Roma nel 1927 e buzzellirevolte scomparso nel 1992, è balzato alla ribalta – un termine che non gli sarebbe certo piaciuto, schivo com’era – nel 1967 con La rivolta dei Racchi, un vero romanzo disegnato che era una chiara condanna della nascente società dell’immagine e dell’apparire. In seguito Buzzelli ha realizzato una serie di storie che affrontavano in un modo quasi profetico situazioni di un futuro prossimo venturo come il dopobomba e la crisi energetica (in HP) o l’invasione della TV (nella Guerra videologica), e così via. Ovviamente non si è fermato qui, ma ha prodotto un’infinità di storie, talvolta sceneggiate da altri, che evocavano momenti significativi del costume e della società, raccontati con un preciso e incisivo disegno in bianco e nero che faceva meglio risaltare le scene, ayeshabuzzellii volti, i corpi, e anche il Male, un tema ricorrente nelle sue storie più grottesche, o più realistiche. Una conferma ci arriva dalla rilettura di Ayesha, un racconto di una ventina di puntate apparso sul Corriere di Piccoli nel 1976, e praticamente inedito. La storia, sceneggiata dallo scrittore Mino Milani, parla di una donna – forse vera, forse solo immaginaria – di cui s’è invaghito un giovane, Leo, che vuole ritrovarla a ogni costo. Insieme al suo amico Holly, piccolo e nero come Buzzelli che amava raffigurarsi ironicamente nelle storie che disegnava, partono per l’India e l’Himalaya alla ricerca di questa visione. Troveranno bengalabuzzellidue donne, regine di opposte tribù in guerra fra loro, che s’innamoreranno di Leo, quasi conteso fra il Bene e il Male, in uno scenario a tratti fiabesco, fra l’India e il Tibet, fra monaci pacifici e guerrieri indomiti, e sullo sfondo la Donna Eterna – anzi due donne – al centro di questa realistica fiaba. Sostenuto da un testo d’un certo spessore, Ayesha costituisce una delle più valide prove di Buzzelli, di cui, nello stesso volume, possiamo apprezzare la forte carica espressiva dell’Uomo del Bengala, una storia edita da Bonelli nella collana “Un uomo, un’avventura” del 1979. Forse fu quel racconto drammatico e verosimile a convincere Sergio Bonelli che Guido Buzzelli sarebbe stato il disegnatore ideale per inaugurare la collana dei Texoni, illustrata in seguito da tanti altri maestri del fumetto.(Articolo di Carlo Scaringi)

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