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Gadducci anteprima: Le prime decadi del fumetto italiano
Gadducci anteprima: Le prime decadi del fumetto italiano

coverCome avevamo annunicato su afNews a suo tempo, Fabio Gadducci (noto esperto di fumetti, nonostante insegni ben altro all'Università) ha pubblicato per Felici Editore un volumetto prezioso che, all'approssimarsi del centenario dell'uscita del primo numero del Corriere dei Piccoli (27 dicembre 1908) cui convenzionalmente si attribuisce l'inizio del fumetto in Italia, ci racconta le origini della narrativa disegnata nel nostro Paese. Si tratta di "Note sulle Prime Decadi del Fumetto Italiano" molto utili per affrontare il discorso seriamente. Il libro, disponibile presso www.felicieditore.it, è in inglese. Ecco allora per voi un'anteprima assoluta: un estratto dalla versione in italiano! Sono solo alcuni paragrafi sulle riviste per bambini e ragazzi, dal Novellino al Corriere dei Piccoli, tanto per farvi venire il gusto e magari spingervi a sollecitare l'edizione italiana. Buona lettura!

Argomenti educativi (1870-1900)
[...] Probabilmente meno innovativo rispetto alle pubblicazioni Perino, ma importante per la sua influenza e durata, e con un posto preminente nella mitologia del fumetto italiano, il settimanale Novellino appare nel Natale 1898 e termina la sua corsa negli anni Venti (Fig-18-novellinoR.jpgFigura 18) [41]. La nascita della rivista è fondamentalmente legata al fallimento dell'editore Perino: la proprietà della nuova pubblicazione, Calzone e Villa, acquisì parte dello stock di volumi del concorrente e arruolò molti dei collaboratori dei suoi periodici [42]. Il titolo nasce dalla Fig-19-novellinoY.jpgtradizione letteraria, dato che "Il Novellino" è una famosa raccolta di favole italiane del Tredicesimo secolo. La tradizione si rifletteva nella struttura della rivista di Calzone e Villa: i numeri delle prime annate solitamente contengono dei brevi racconti e due storie mute [43], in prima e quarta di copertina, e una vivace rubrica delle lettere con i lettori. La maggior parte dei fumetti del periodo sono opera di R. Raimondi, il principale illustratore del Novellino, e del prolifico scrittore e disegnatore Yambo (Figura 19). È degno di nota che, a partire dal 1901, la rivista si aprì ad altri illustratori, e offri di tanto in tanto ospitalità ad alcuni personaggi americani (Fig-20-yellow.jpgFigura 20) [44], anche se le vignette erano ridisegnate e le nuvolette eliminate, di solito rimpiazzate da alcune frasi in rima sotto le vignette, utilizzando la stessa tecnica impiegata più tardi dal Corriere dei Piccoli.

I fumetti sono per i bambini (1900-1930)
Una svolta netta nel modo di percepire la letteratura per l'infanzia, che prendendo le mosse dalle istanze di tipo educativo del Risorgimento si muove verso un diverso atteggiamento pedagogico nei confronti dei giovani lettori, si presenta con Fig-21-giornalino.jpgIl Giornalino della Domenica (Figura 21), pubblicato a Firenze per la Bemporad. La rivista, creata dallo scrittore e caricaturista Vamba, appare il 26 giugno 1906. Caratterizzato da un forte legame con i suoi lettori, prevalentemente di ambiente borghese, dal design eccelso e dalla persistente presenza di temi nazionalistici, Il Giornalino risulterà di scarso successo da un punto di vista commerciale, pur rappresentando un punto di svolta nello sviluppo della letterature italiana per l'infanzia. Fino alla chiusura della prima serie, avvenuta il 23 luglio 1911, Il Giornalino ospitò alcuni fra i migliori scrittori e illustratori del periodo. Le sue pagine contenevano di tanto in tanto anche alcune semplici narrazioni grafiche; a volta queste apparivano nelle copertina, stilisticamente rimandando alle riviste romane dell'epoca [45]. I primi dime novel, traduzione di serie americane su Nick Carter e Bufalo Bill, appaiono in Italia nel corso del 1908 [46], lo stesso anno nel quale vede la nascita del Corriere dei Piccoli (familiarmente Corrierino: Fig-22-bilbolbul.jpgFigura 22), la cui apparizione rappresenta un momento di svolta nella storia del fumetto per varie ragioni [47]. Anzitutto, essendo pubblicato come supplemento [48] del milanese Corriere della Sera (il più influente quotidiano dell'epoca) il settimanale era in partenza una iniziativa dalle basi solide, legata a doppio filo all'establishment. In secondo luogo, nonostante che la formula del Corriere dei Piccoli fosse solo in parte originale, la rivista attrasse i migliori talenti dell'epoca, da Attilio Mussino e Antonio Rubino. Alcuni dei personaggi, quale ad esempio Fig-23-bonaventura.jpgil Signor Bonaventura (Figura 23) di Sto (Sergio Tofano) [49], sono ancora vividi nella memoria di molti Italiani e hanno assunto una statura iconica nella cultura popolare. Infine, attraverso una licenza con il gruppo Hearst e The New York Herald, il Corrierino introdusse e rese popolari alcuni fra più grandi autori americani, del calibro di McCay, McManus, Opper, Outcault e Swimmerton [50]. Il Corriere dei Piccoli impose lo standard nella pubblicazione di fumetti per una intera generazione di periodici. Le pagine si presentavano divise in sei/otto vignette, ed invece di utilizzare le nuvolette, le storia venivano raccontate per mezzo di brevi rime poste sotto ogni vignetta, a volte offrendo anche narrazioni complesse (Fig-24-collegio.jpgFigura 24). L'uso ridotto al minimo di effetto sonori è particolarmente degno di nota. Se la scelta può non essersi rivelata controproducente per gli autori Italiani, costrinse gli editor italiani a metter mano pesantemente ai disegni originali, al fine di cancellare le nuvolette. Ad ogni modo, i pregiudizi contro la mancanza di valore letterario del fumetto rimarrano forti sino oltre gli anni Trenta, e si potrebbe argomentare che la soluzione scelta dal Corrierino rese la rivista più appetibile per la clientela che intendeva attrarre, ovvero, i genitori di classe medio-alta [51]. Rimane aperta alla discussione quante di queste scelte fossero state consapevoli [52]. Ad esempio, l'uso di rime sotto le vignette era una tecnica comune all'epoca anche per le riviste dedicate ad un pubblico adulto. Inoltre, anche se assai di rado, alcune nuvolette apparvero sulle pagine del Corrierino di quegli anni, rivelando che il divieto non era assoluto. Questa analisi mina alcune convinzioni della mitologia fumettistica, ovvero che le rime fossero state scelte per coinvolgere i genitori nella lettura della rivista [53]. Anche se le pagine pubblicitarie erano speso rivolte a lettori adulti, offrendo prodotti che spaziavano da pistole a pillole digestive e grammofoni, anche questa caratteristica sembra essere stata condivisa da altre pubblicazioni per l'infanzia [54], e deve probabilmente essere considerata il segno di una nozione ancora per certi versi primitiva di marketing. La principale differenza è semmai nel numero decisamente maggiore di annunci pubblicitari [55], rispetto ai periodici concorrenti, che rende da questo punto di vista il Corrierino la prima rivista moderna per l'infanzia. [...]

Note:

Nota 41. Il primo numero, dalla foliazione doppia, era di saggio, e distribuito anche come supplemento da alcuni giornali italiani. Il secondo numero è datato 12 gennaio 1899. All'inizio del 1928 la rivista si fuse con Il Corrierino di Torino (Lama, 2001: 26, 45). Il suo posto nella mitologia del fumetto è dovuto a (Trichero-Salvucci, 1971).

Nota 42. La casa editrice lancia nel 1899 due nuove riviste, il Messaggero dei Fanciulli e il Messaggero della Gioventù, che dichiarano esplicitamente di essere modellate sul Journal de la Jeunesse della Hachette. La loro storia editoriale è più complessa e di minor successo che non quella del Novellino, fondendosi e trasformandosi in Letture per la Gioventù dal 1904: si vedano i dati in (Lama, 2001) e (Dagasso Bernard, 1998: ad vocem). Riferimenti allo stock di materiale Perino acquisito dalla Calzone e Villa e offerto a prezzi ridotti ai lettori sono spesso presenti nelle testate della casa editrice, ad esempio nei primi numeri del Messaggero della Gioventù.

Nota 43. È da sottolineare come nei primi due anni questi racconti disegnati siano indicati in molti modi diversi dai lettori, da "storielle mute" a "caricature" e "macchiette".

Nota 44. Nella nostra analisi dei primi sei anni della rivista abbiamo notato solo una occorrenza nel 1901 di "Yellow Kid" e, dopo il 1903, alcune pagine sparse di "The Katzenjammer Kids" e "Foxy Grandpa". La nostra ricerca sembra dunque negare parte della mitologia italiana sul fumetto, ovvero, la presenza di storie con le nuvolette nei primi numeri del Novellino, e che il numero dell'11 febbraio 1904 contenesse una pagina del ragazzo giallo di Outcault: cfr. (Bona, 1998) e (Trinchero-Salvucci, 1971: 1-2). Va notato come quel numero del 1904 contenesse in copertina una versione ridisegnata dei "The Katzenjammer Kids": si veda ad esempio la copertina di (Marini-Raffaelli, 2001).

Nota 45. Esiste una vasta letteratura su Il Giornalino della Domenica, che non può essere riassunta in questa sede. Un tale status è in parte dovuto alla sua popolarità nel corso degli ultimi anni del regime fascista, come contraltare dei popolari personaggi americani: si veda ad esempio (Visentini, 1942: 147-148). Una prima riflessione politica appare nel fondamentale lavoro di Nello Ajello (Ajello, 1959: 77-84), in seguito parzialmente rielaborato in (Genovesi, 1972: 33-45). Una storia della complessa vita editoriale della rivista è in (Pallottino, 1986), e il lavoro di riferimento sull'iconografia del settimanale è (Faeti, 1972: 241-264). Lavori di rassegna recenti sono (Boero-De Luca, 1995: 142-146) e (Gallo, 1999).

Nota 46. Secondo quanto riportato in (Cristofori-Menarini, 1987-1987: 14)

Nota 47. Anche gli studi sul Corriere dei Piccoli sono troppi per essere riportati in questa sede. Il lavoro ormai classico, che mette in evidenza la relazione con gli altri periodici editi dal Corriere della Sera, è (Carabba, 1976). Si veda anche (Gori, 2001) per un vivace resoconto dei primi anni del Corrierino e (Associazione Franco Fossati, 2003: passim) per una ricca messe di immagini. Precisi rilievi sulla relazione con Il Giornalino della Domenica si trovano in (Ajello, 1959: 84). Un resoconto d'epoca sulla rivista milanese è in (Visentini, 1942: 287-291)

Nota 48. Era in ogni caso venduto separatamente. In Italia i fumetti raramente sono apparsi in una specifica sezione separata distribuita con i quotidiani.

Nota 49. Rubino è probabilmente l'autore maggiormente studiato di quel periodo: si vedano (Faeti, 1972: 214-227) e (Boero-De Luca, 1995: 96-101).; un'ampia raccolta iconografica è in (Riva, 1980). Mussino è uno dei più prolifici illustratori degli anni Dieci del Novecento, collaboratore de La Domenica dei Fanciulli e di tantissimi altri periodici, anche se decisamente meno studiato: cfr. ad esempio (Faeti: 1972: 192-202). Tofano è una figura di primo piano nella scena culturale Italiana: per il suo lavoro come illustratore cfr. (Pallottino, 1978); come autore per ragazzi cfr. (Boero-De Luca, 1995: 157-163).

Nota 50. Cfr. (Castelli, 2001) per una lista completa dei personaggi stranieri che apparvero sulla rivista. Tale lista che includeva anche character che apparivano in precedenza sul Novellino, come "Foxy Grandpa" e "The Katzenjammer Kids". In effetti, il Corriere dei Piccoli detenne un monopolio sulle strip americane fino agli anni Trenta.

Nota 51. Per considerazione sulla fabulazione dei versi in rima cfr. (Genovesi, 1976: 401-402). A riguardo dei pregiudizi cfr. ad esempio (Giacobbe, 1937: 289).

Nota 52. Nello specifico, non è chiaro quanto tale innovazione fosse percepita da Luigi Albertini, all'epoca direttore del Corriere della Sera. Un resoconto del dietro le scene alla nscita del Corrierino si trova in (Licata, 1976: 95-96), all'interno di una storia del quotidiano milanese. Si veda anche (Carabba, 1976: 18-19).

Nota 53. Questo è notato ad esempio in (Genovesi, 1976: 339) e (Carabba, 1976: 24).

Nota 54. Comprendendo anche quelle riviste dal taglio eminentemente pedagogico e che offrivano soprattutto testo, come nel caso de La Domenica dei Fanciulli: la rivista torinese pubblica nel corso del 1915 una solo pagina a fumetti, ma al suo interno si trovano comunque alcune pubblicità dirette ad adulti. Analoghe considerazione valgono per l'Enciclopedia dei Ragazzi.

Nota 55. Oltre alle 8 pagine di testi, fino al 1914 ogni numero del Corriere dei Piccoli aveva una sovracopertina di 4 pagine, su carta colorata, che conteneva soprattutto pubblicità.

 Do you want to learn more about the origins of comic art in Italy? You may read Fabio Gadducci's "Notes on the Early Decades of Italian Comic Art". Info: www.felicieditore.it - felici@felicieditore.it.

Print itManda/Send via eMailLunedì, 6/11/2006 - Autore: afnews (se non altrimenti indicato)
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